01.06.09 – Il Duca di Casoria e l’opposizione silente

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Qualcuno, come Sylos Labini, come Indro Montanelli, se fosse ancora in vita potrebbe vantarsi di averlo detto in tempo: Silvio Berlusconi è un pericolo per la democrazia, la Costituzione, le libertà fondamentali della Repubblica Italiana.
Qualcuno, come chi ha lavorato all’”Unità” rifondata e libera, potrebbe ricordare che, negli anni 2001-2007 ha accanitamente e appassionatamente indicato Berlusconi come il grande corruttore illegale del Paese fuori legge che stava, che sta (si fa per dire), governando.
Qualcuno, come chi scrive, potrebbe riportare alla luce un vecchio evento: nel maggio del 1994, non appena Berlusconi ha portato al giuramento il suo primo governo (Previti ministro della Difesa e dunque comandante in capo del carabinieri che avrebbero dovuto arrestarlo) si è immediatamente dimesso dall’incarico di direttore dell’Istituto di Cultura di New York (con sei anni di anticipo sulla scadenza dell’incarico) per non sottomettersi all’umiliazione di rappresentare all’estero l’Italia di Berlusconi.
Ma allora è necessario anche ricordare che fin dal primo momento chi ha opposto resistenza a Berlusconi è stato subito trattato con sufficienza e sarcasmo dalla “parte avversa”. Tutta la sinistra, dalla più moderata alla più radicale, da Morando a Bertinotti, ci ha spiegato, ammonito, ingiunto, gridato che il problema era sempre un altro: Non dire tutti NO, non inseguire i magistrati, non occuparsi della vita privata, non rifiutarsi alle giuste e necessarie riforme “insieme”, per il bene dell’Italia.
Ancora oggi, dopo Casoria, dopo la vergogna di tutto ciò che è emerso e che sta emergendo sul traffico di minorenni tra terra ferma e Sardegna, Ritanna Armeni, dall’aldilà del marxismo, ammonisce: “La sinistra esca dai salotti e frequenti di più i compleanni delle ragazze del popolo”. Non spiega che cosa succede se ti presenti senza scorta, senza fotografo e senza pendaglio di oreficeria internazionale da euro 6,000.00
Intanto monta la rivolta dei terremotati, lo scisma della giunta siciliana e l’immondizia che sta soffocando Palermo.
Se il crollo accadrà – e i segni sono clamorosi – sarà come all’Aquila; disastro per cause naturali.
Mentre il Premier fa bloccare dal garante della Privacy (di solito distratto e apatico), da giudici e poliziotti, le foto che mostrano i suoi balletti rosa e i suoi trasporti di amici e amichette su aerei militari a spese dello Stato, a gran voce a sinistra si chiede di stare fuori degli affari privati e di famiglia di Berlusconi Silvio, cittadino disturbato nella sua legittima intimità. E invece di rispondere alla normale domanda: “Fareste educare i vostri figli da Berlusconi ?” la si deplora e condanna al punto di indurre Franceschini, che aveva osato chiedere, alla ritrattazione.
Anche le dieci domande di “Repubblica” sono ignorate e derise nel garbato silenzio dell’opposizione che invece ripete (sull’orlo del disastro): “Siamo disposti alle riforme insieme.”
Il disastro verrà e il rischio è questo:
L’ILLEGALE MAGGIORANZA DI BERLUSCONI PRECIPITERA’ ABBRACCIATA ALLA SUA OPPOSIZIONE GARBATA E SILENTE. ALLA FINE BASTERA’ UNA SOLA LAPIDE.
MA A CURA DI CHI?

Furio Colombo

(1 giugno 2009)



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