01.11.08 – Gelmini, necessario il referendum

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Il quesito referendario per abrogare alcuni punti della legge Gelmini deve ancora essere scritto ma, nel centrosinistra, già si fanno sentire i mugugnatori, i frenatori, quelli che "…cosa diranno i moderati….così scapperanno tutti…". Se alcuni di questi signori si fossero presi la briga di farsi una passeggiata all’università, di guardarsi qualche sito, di godersi una lezione di filosofia in piazza o anche di dare una sbirciatina a qualche manifestazione, avrebbero potuto scoprire un universo del tutto anomalo nel quale, senza soluzione di continuità si mescolano le bandiere della Cigl e quelle dei sindacati autonomi, i cartelli di Cisl, Uil, Snals, Gilda e gli striscioni ironici e graffianti inventati dagli studenti. Il nucleo di questo movimento non guarda al passato, non è minimamente interessato alle schermaglie interne dei singoli partiti, non è in cerca di capi e neppure di guru, e non a caso ripete sempre più forte: "non ci rappresenta nessuno…" . La loro è una sfiducia profonda, trasversale; rappresentano un malessere reale, avvertono il rischio che sia loro scippato persino il diritto al futuro e tra loro ci sono tantissimi moderati. Alla politica chiedono risposte mirate e non generiche solidarietà.

Una firma referendaria, come sta accadendo per il lodo Alfano, non rappresenta certo la risposta al problema, ma può rappresentare una delle risposte e, comunque potrà rivelarsi uno straordinario strumento di pressione, di impegno civico e di comunicazione.

Berlusconi e i suoi fedelissimi temono questo movimento anche perché gli sta strappando il monopolio della comunicazione. Le scuole che si aprono alla pubblica discussione, le lezioni in piazza, le notti bianche nelle università, i siti e i blog degli studenti e degli insegnanti, la solidarietà di tanti italiani stanno animando una singolare “emittente umana” difficile da oscurare. Per queste ragioni tentano il ricorso alla provocazione, alla demonizzazione persino alla minaccia nei confronti di quei giornalisti che tentano di fare ancora il loro mestiere dando voce e volto al malessere sociale.

Se e quando il referendum ci sarà lo firmerò non solo per abrogare una legge sbagliata, ma anche per rafforzare quanti si battono per la libera circolazione delle idee e delle opinioni.

Lo firmerò perché questo governo ha deciso di blindare il parlamento e tenta di espellere qualsiasi diversità politica,sindacale e sociale.

Non solo lo firmerò, ma insieme all’associazione Articolo21 mi batterò affinché la raccolta delle firme non avvenga solo sotto le insegne dei singoli partiti, ma veda dall’inizio la partecipazione attiva e autonoma di chiunque non intende rassegnarsi e piegare la testa al cospetto di un governo che vorrebbe trasformare scuole e università in una sorta di succursale del polo Rainvest e magari sostituire la carta costituzionale con i consigli per gli acquisti.

Giuseppe Giulietti



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