01.11.08 – Sedare e minimizzare: la disinformàcija dei Soloni del Commento

MicroMega

Il mese si chiude con le immagini, i suoni, i sorrisi e le urla di questo immenso corteo che ha attraversato l’Italia – Penisola e Isole – in lungo e in largo. Un tesoro, un capitale, una risorsa: si tratta di far fruttare l’investimento, di non lasciar morire l’Onda sulla battigia, di non assistere, inerti, al rischio della risacca, insomma. Le reazioni che leggo sui giornali sono incoraggianti: se si preoccupano, se minacciano sfracelli, se ingiuriano e minimizzano insieme, vuol dire che sono preoccupati, lor signori. Dopo le stra-parole del solito Cossiga (che riconquista sul campo la sua famigerata K, dunque: Kossiga), si fa sentire il ministro dell’Interno, Maroni detto Bobo, già condannato per resistenza, oltraggio e aggressione a pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Ministro dell’interno, sorpreso ad azzannare polpaccio di poliziotto nella sede del suo partito, la Lega Nord. Non è una barzelletta. Lo racconto a un collega statunitense (il quale intanto fa scongiuri assai partenopei perché Obama vinca); mi ribatte: non ci credo. Ministro dell’interno, questo signore? Yes, my friend. Probabilmente sentitosi punto sull’onore dall’intemerata del presidente “emerito” (?), Kossiga, e dall’invito di costui a pestare come si conviene giovani maestre e studentesse, quelle fragili, a ricorrere agli infiltrati, vecchio metodo da lui praticato sempre con successo, l’attuale inquilino del Viminale minaccia: chi occupa sarà denunciato, chi impedisce il libero svolgimento delle elezioni sarà deferito alla magistratura, chi protesta sarà punito… E chi sbadiglia, a tanti proclami di guerra, sarà spedito dietro la lavagna? Magari inginocchiato sui ceci?
I giornali (certi giornali: e non mi riferisco al pattume raggrumato su “Libero” o sul “Giornale” di famiglia; no, mi riferisco in primis al solito “Corriere della Sera”) hanno preferito anteporre alle cronache della giornata di ieri – che passerà agli annali della democrazia – sagaci commenti in cui si paventa il rischio terrorismo, il ritorno dei fantasmi del passato, il riaffacciarsi della violenza… eccetera. Onesto modo di fare il mestiere del giornalista, o no?. Ma tant’è: se uno la moralità non ce l’ha, non se la può dare. Naturalmente, l’editorialista di turno (ieri era Panebianco, oggi è Pigi Battista), ostenta sempre un fastidioso e ipocrita spirito di indipendenza al quale è il primo a non credere: e del resto tutta la filosofia del giornale va in una ben precisa direzione. Sedare, minimizzare, e intanto cercar di suscitare un moto di pubblica opinione contrario alla protesta.
Il fatto è che l’Onda ha colto di sorpresa gli SdC (Soloni del Commento), pronti in ogni circostanza a precisare che loro avevano antiveduto, previsto, o quanto meno subodorato; e che se è vero che…, è anche vero che… E ora, davanti alla forza spontanea del movimento, si agitano per cercare di dividere, contrapponendo, la Cgil al Pd, il Pd all’Idv, la sinistra senza rappresentanza ai rappresentanti senza sinistra, studenti a professori, referendari e antireferendari, Beppe Grillo al movimento, raccontando i fatti di Bologna: salvo poi scoprire che dietro i titoli Grillo contestato c’è una verità assai diversa. E, restando alle cronache bolognesi del quotidiano milanese, che dire di questa conclusione? “Quando a Bologna torna la calma, ormai è buio. E dei canti, i colori e i fiocchi alle finestre che avevano salutato in mattinata la partenza del corteo, nessuno si ricorda più”. Firmato: Francesco Aliberti. Ricordiamoci questo nome. Magari ce lo ritroveremo direttore tra qualche anno.
D’altronde, mentre la rabbia mi monta sfogliando i quotidiani (no, la tv, no! Non ci riesco, non ce la posso fare…), vengo a scoprire che la vera novità della rivolta, stando a certe perspicue analisi di commentatori, sarebbe il “Blocco studentesco”. ossia un pugno di giovani neofascisti, quelli che hanno gridato “Duce, duce!”. La disinformàcija, è nella Russia di zar Putin, mi chiedo, o nell’Italia di cav Berluska?
Angelo d’Orsi

(1 novembre 2008)



MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.