03.10.08 – La rabbia di un giornalista: “Ecco come disinforma il mio Tg”
Abbiamo ricevuto questa lettera da un collega di un importante telegiornale che, visto lo spirito dei tempi, pubblichiamo senza firma, facendola comunque integralmente nostra. Ed è per questo motivo che oggi io cedo volentieri a lui il mio spazio sulla Piazza del dissenso.
Una brutta Giornata
Prendi una brutta giornata in cui cinque operai muiono sul lavoro. Tre in un colpo solo in un cantiere dell’Autosole, in una delle mitiche Grandi Opere. Metti che tu stai guardando un tg e quella notizia devi aspettare un quarto d’ora per trovarla, trattata in soli 20 secondi senza immagini. Che cosa pensi di quel telegiornale?
Prendi poi che a Roma abbiano picchiato un cinese perché era un “cinese di merda”, che ci si trovi in Italia davanti a un’impressionante catena di atti di razzismo. Nello stesso tg trovi trattata la notizia in un minutino con l’unico commento del sindaco di destra, collocata nella seconda parte del giornale. Che cosa ti viene da pensare?
Metti poi che professori e studenti abbiano manifestato contro i cambiamenti proposti dal governo in materia scolastica. Tu ti aspetteresti di sentire le ragioni di chi è sceso in piazza. Ma ti sbagli: senti quelle del ministro che dice che non si fermerà davanti alle intimidazioni della sinistra. Poi vedi sfilare quattro gatti e intuisci che c’è qualcuno che non è d’accordo. Non hai capito nulla, ma non ti viene il sospetto che ti stiano prendendo in giro?
Aggiungi poi che sul piano sociale ci sia un contrasto fra gli imprenditori e il principale sindacato italiano. Lo stesso tg che scelta fa per informarti sulla materia? Manda in onda un intervista al ministro del lavoro che nelle ultime settimane quel sindacato l’ha riempito di insulti. Ti sembra la scelta più corretta?
A questo punto ripensi all’apertura di quel telegiornale. A parlare c’era il primo ministro che diceva che non si fermerà davanti a nulla, che il Parlamento deve fare quello che gli viene detto, che gli uomini della maggioranza non devono andare ai talk show dove ci sono i mistificatori della sinistra e dove i conduttori non “hanno il polso sufficiente” per controllare il dibattito. Il tutto proposto come se fosse la cosa più normale del mondo. Dove pensi di vivere? In Italia o, diciamo così, altrove?
Fantasie? Non proprio. E’ accaduto ieri sera. Non sciogliamo però il giallo. Lasciamo a chi legge l’onere di scoprire di quale telegiornale si stia parlando. Forniamo solo degli indizi: non era il tg4 e i responsabili non li ha nominati personalmente Berlusconi. A proposito in un paese così c’è poi da stupirsi se il Primo ministro si vanti di avere il 70 per cento dei consensi e se solo il 30% dei cittadini mantenga un po’ di fiducia nel giornalismo e nell’informazione?
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