04.05.09 – “Papi”, Veronica e l’ipocrisia della Chiesa

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Gli aspetti privati dello scontro a casa Berlusconi non ci interessano. Diversa è la questione quando la signora Veronica accusa il marito di atti e di scelte che in qualsiasi altro paese europeo, anche laddove non si prega, aprirebbero una crisi di proporzioni devastanti. Non si tratta, infatti, di giudicare i comportamenti privati, ma di valutare gli atti di chi in pubblico dice una cosa per conquistare i consensi e in privato ispira i propri comportamenti a ben altro stile di vita. Questo tipo di doppiezza ha portato alla caduta politica di Clinton, questo tipo di doppiezza è sanzionato moralmente in tutti quei paese nei quali non si lanciano crociate contro le unioni di fatto, contro i diritti degli omosessuali, contro le tante famiglie Englaro che, in Italia, sono state letteralmente oltraggiate da una inedita alleanza tra la parte peggiore del trono e dell’altare.

Delle vicende private di Silvio e di Miriam, come ci ha scritto Ottavia Piccolo, ci interessa poco o nulla, ma il risvolto pubblico ci interessa e non poco.

Nelle parole della signora Berlusconi ci sono accuse non rimovibili, se non con risposte pubbliche e chiare. ”Mio marito frequenta le minorenni…”, rappresenta una frase pesante come un macigno, lo sarebbe per chiunque, figurarsi per un presidente del consiglio in carica. Lo è ancora di più per un presidente che si è definito il papà delle famiglie, il defensor fidei, colui che si oppone all’avanzata dei nuovi barbari che vogliono distruggere la famiglia tradizionale.

Noi non parteciperemo al finto referendum tra gli amici di Silvio e quelli che tifano “…per la compagna Veronica..”. Questa modalità di discussione ci fa orrore ed è funzionale alla trasformazione di una delicatissima questione etica e politica in una puntata del Grande Fratello o di Amici.

Quello che ci sorprende, e lo diciamo con grande rispetto e con un certo imbarazzo, è il silenzio quasi assoluto di quanti, e tra questi non pochi esponenti della Chiesa cattolica, hanno trovato il modo di far sentire la loro voce contro il papà di Eluana Englaro, contro Prodi che non difendeva la famiglia italiana, contro il cosiddetto relativismo etico e ora non trovano il tempo di dire una sola parola contro il relativismo dei comportamenti degli atei non più devoti.

Non sappiamo come andrà a finire tuta questa storia, probabilmente un plotone di esecuzione mediatico riuscirà a polverizzare le ragioni della signora Veronica e a restaurare l’immagine di San Silvio, protettore della bella famiglia italiana, ci auguriamo solo che dopo essere riuscito ad ottenere dal Parlamento il lodo Alfano che lo tutela dal codice civile e penale, non riesca ad ottenete da una chiesa troppo benigna anche una modifica dei dieci comandamenti…

Giuseppe Giulietti

(4 maggio 2009)



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