04.11.08 – La Russa e il 4 novembre: orizzonti di boria

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Il fatto: il dignitoso e austero Ministro della Difesa,

– noto per avere assicurato che i soldati italiani in Afghanistan possono, d’ora in poi, essere rapidamente trasferiti in zone in cui si muore di più;
– noto per avere trascorso una intera serata a Sky Tg24 a insultare una giornalista che non si era dimostrata, a suo giudizio, abbastanza patriottica;
– noto per avere ordinato una verifica tecnica rigorosa degli elicotteri militari italiani dopo che uno di quei malandati elicotteri era caduto causando la morte di tutto l’equipaggio;
– noto per avere formalmente richiesto una cerimonia per celebrare i militi di Salò (vedi alla voce Shoah) e lo ha fatto di fronte al Presidente della Repubblica mentre si celebrava la battaglia di Roma contro i nazisti;

Questo Ministro della Difesa della Repubblica Italiana nata della Resistenza adesso annuncia e promette una mega celebrazione del 4 novembre.

Ci sono ancora quelli di noi che ricordano il 4 novembre, festa poi caduta in disuso e poi cancellata dopo la Liberazione. Era molta cara ai fascisti per tre ragioni:

1. Celebrava guerra e sangue (600 mila morti), due cose care al fascismo.
2. Rendeva omaggio al re, in apparenza come comandante in capo delle Forza Armate italiane, in realtà perché complice di Mussolini nella fine della democrazia.
3. Teneva vivo lo spirito dello “interventismo”, ovvero la voglia di buttarsi di nuovo in guerra sotto un regime che ha cercato guerra coloniale (Etiopia), guerra prepotente (Albania), guerra disastrosa e folle (contro tutte le democrazie del mondo), fino alla completa devastazione dell’Italia.

Celebrare il 4 novembre oggi non può essere che un tetro piedestallo per il ministro (salirà, per farsi bello, su una montagna di cadaveri), una alterazione da regime dei fatti (i soldati e la gloria, materia prima da gettare su ciò che resta della democrazia) e metterà di nuovo una pietra sopra la delittuosa conduzione della guerra 1915-1918 in cui generali inetti, incapaci, e vili (poi fascisticamente celebrati) non solo hanno mandato a morire con iniziative sbagliate un numero di soldati tra i più alti e tragici della storia, ma hanno ordinato, con le famose, vergognose “decimazioni” l’uccisione (fucilazione) da parte di italiani di migliaia e migliaia di italiani abbandonati nelle trincee e costretti a ritirarsi nei giorni di Caporetto.

Infine si tratterà, in nome di una celebrazione di guerra e sangue che, comprensibilmente, La Russa avrebbe voluto dedicare a Salò, non di un decoroso e dovuto ricordo dei morti, ma di una pompieristica celebrazione della vittoria che, costi quel che costi, arride ai valorosi.

Quale vittoria? Quella contro i nostri concittadini europei di Austria, Germania e Ungheria. Tenuto conto che gli austriaci, come La Russa, sono di nuovo fascisti, l’Italia avrà una festa stonata e sbagliata in cui si celebreranno, nell’ordine, La Russa, la guerra, la “bella morte” violenta, il fascismo (spirito e cultura). Dei soldati buttati a centinaia di migliaia a morire nel fango e nelle trincee nessuna traccia.

Gli italiani che ancora ricordano la democrazia quel giorno rileggeranno “Un anno sull’altopiano” di Emilio Lussu.

Furio Colombo

"Basta con questa guerra di morti di fame! Il nemico è alle nostre spalle"

Alcuni brani del film "Uomini contro" (1970) diretto da Francesco Rosi e sceneggiato da Tonino Guerra, Francesco Rosi e Raffaele La Capria dal romanzo di Emilio Lussu "Un anno sull’altopiano". Con Gian Maria Volontè.



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