06.10.08 – Alfano, lodo incostituzionale

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Ecco una cosa che non avremmo voluto leggere: l’opinione di Mancino sul Lodo Alfano.

Se Berlusconi dopo aver vinto le elezioni chiede “devo governare o occuparmi dei processi?” la risposta del Lodo Alfano è giusta.

Così il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, che PdL e Violante vorrebbero smembrare, riducendovi la magistratura a minoranza. Da lui ci si aspetterebbe parere più cauto. Un parere capace di misurare la triviale realtà italiana con il contesto internazionale, dove l’eventualità di un capo di governo inquisito per fatti di corruzione è stata trattata in modo ben diverso. Ad esempio, il partito di maggioranza tedesco, per una storia di uso di fondi elettorali, obbligò alla dimissioni Kohl, il suo stesso leader, sotto la cui guida era stata realizzata l’unità delle due Germanie separate dalla seconda guerra mondiale. E il partito di maggioranza israeliano, in una situazione di guerra strisciante non si è trincerato dietro l’emergenza nazionale e ha costretto alle dimissioni il capo del governo Olmert.

In entrambi i casi i due politici dimissionati avrebbero avuto ragioni più solide del monopolista televisivo imputato di corruzione in atti giudiziari. Ma di fronte alla volontà, non di un’opposizione settaria, ma dei loro stessi partiti non hanno avuto scampo.

E più in generale, nonostante le menzogne della stampa di famiglia, non esistono capi di governo protetti dai processi, ma solo qualche raro capo di stato.

In una politica dove tutto è segno di qualcos’altro, si può temere che la posizione di Mancino, persona tradizionalmente assai riservata, riveli disponibilità che altri ancora non hanno l’intenzione di rendere esplicita.

Il vicepresidente del Csm avrebbe avuto motivo in più per attestarsi su un prudente riserbo se avesse potuto meditare il resoconto dell’audizione di Leopoldo Elia in Commissione Affari Costituzionali, in cui il professore e presidente emerito della Consulta aveva demolito l’impianto del Lodo Alfano e dimostrato la sua evidente incostituzionalità.

Il professore è mancato ieri improvvisamente e tutti ne siamo addolorati. Ma la sua lezione è stata indimenticabile. In un paese che sembra votato all’oblio sono molti quelli che non vorranno dimenticarla. E animati anche dalla sua capacità persuasiva raccoglieranno le firme per il referendum contro il Lodo Alfano a partire dall’11 ottobre in piazza Navona: la libera cittadinanza a due passi dal Parlamento.

(6 ottobre 2008)



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