06.10.08 – Guerra civile

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E’ guerra civile o guerra per banda? Comanda Maroni o La Russa? E’ territorio di interesse strategico militare come la base Dal Molin di Vicenza o è un deposito di immondizia? E si può combattere la Camorra con i paracadutisti dotati di pesanti armi automatiche come Bush ha deciso di combattere il terrorismo (suicidi sconosciuti e apparentemente in regola che si fanno esplodere provocando centinaia di morti) con l’esercito più potente del mondo?

Riusciranno, con cingolati e uniformi mimetizzate, a penetrare nel giro degli insospettabili, a ricostruire i rapporti tra corruzione e politica, tra appalti e finanziamenti di Stato, tra sanità e morti ammazzati, tra controllo politico del territorio, controllo della Camorra, controllo del rifiuti e controllo del cemento?

Ma la vera domanda è se i soldati sono in marcia per combattere la Guerra Civile, che avrà i suo schieramenti, i suoi giornali, i suoi valori, le sue bandiere, e che dunque potrà essere affrontato con reparti in assetto di guerra.

O se è guerra di banda, che vuol dire guerriglia, imboscate, mobilità estrema di piccoli gruppi, e un fitto reticolato di “intelligence”.

“Intelligence” di Maroni, che è di Varese, è eletto nelle valli bergamasche e non ha un solo deputato o un solo elettore nel territorio che sta invadendo da straniero come gli americani in Iraq?

C’è l’alternativa: La “intelligence” di La Russa, l’uomo che ha dimostrato acutezza di fronte al conflitto. Esempio: come sostenere la spedizione militare italiana in Afghanistan che è stato votata e approvata ed esaltata come progetto umanitario? Semplice: inviando cinque aerei da combattimento, ciascuno del costo di un ospedale, e tutti per fronteggiare la terribile aviazione talebana.

La Russa, ministro della Difesa, è comparso vestito da pilota Top Gun per dimostrare a Maroni (che non ha l’aviazione) che è lui che comanda.

Maroni, per ritorsione, ha annunciato il suo prossimo sbarco in Libia a bordo (probabilmente in piedi, contro il vento del mare, e con bandiera leghista) da una motovedetta della Marina Italiana. Sarebbe stato imbarazzante visto che Maroni si batte per l’indipendenza della Padania. Fa, di mestiere, il Ministro della polizia italiana, ma stava andando in Libia con la cravatta e la bandiera verde. Verde è il colore islamico. Maroni voleva andare a intimorire Gheddafi, recente acquisto di Berlusconi, per fargli una lavata di testa a causa del suo lassismo: lascia venire troppi disperati in Italia.

Gheddafi sarà anche stato acquistato ma è svelto. Ha visto il rischio di confusione e ha semplicemente ingiunto al Ministro italiano, tramite ambasciatore, di non andare dove nessuno lo ha invitato.

Chiunque si sarebbe dimesso. Abituato a Berlusconi, Maroni ha obbedito al colonnello libico, e – da leghista padano – continua a fare il Ministro degli Interni della Repubblica Italiana.

Furio Colombo



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