07.05.09 – Lunedi tutti a Roma con Scalfaro per l’art. 21 della Costituzione

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“Ancora una manifestazione sulla libertà di informazione, ma volete capirlo che questi temi non interessano nessuno…”, così ci ha rimbrottatato un amico che si autodefinisce un liberale, quando ha letto la notizia che lunedì prossimo alle ore 16 (nella sala dell’Autorità, a piazza Montecitorio, vicino al cinema Capranichetta) si terrà una manifestazione indetta dal Comitato per la Libertà di informazione, dalla CGIL, da Articolo21, alla quale parteciperanno decine di associazioni sindacali e professionali di tutto il mondo della comunicazione. Le relazioni sono state affidare al presidente Scalfaro, a Federico Orlando, presidente di Articolo21, al professor Alessandro Pace, uno dei più prestigiosi costituzionalisti italiani. Questi nomi per le loro storie, per le loro biografie di moderati e illuminati tutori della costituzione repubblicana, dovrebbe essere sufficienti a richiamare l’attenzione generale e a suscitare un diffuso allarme sullo stato di salute del nostro sistema informativo e sul funzionamento stesso delle istituzioni democratiche.
Il sedicente amico liberale dovrebbe interrogarsi sulle ragioni per le quali persone così diverse sentano il bisogno di mettersi insieme e di lanciare un grido d’allarme.
Se l’amico autoproclamatosi liberale avesse ancor dei dubbi potrebbe andarsi a leggere le motivazioni con le quali la grande agenzia liberale americana ha deciso di in materia di libero mercato dei media oppure potrebbe dare una sbirciata ai dossier del sindacato internazionale dei giornalisti, oppure potrebbe rileggersi l’ultima intervista del fido Dell’Utri laddove il senatore dopo aver lodato il buon Mussolini profetizza la prossima occupazione militare della Rai e la creazione di un polo Raiset, indispensabile premessa per realizzare una repubblica presidenziale a reti unificate.
Il nostro liberale all’acqua di rose forse starà storcendo la bocca, allora potrebbe andare a visitare il sito della autorità di garanzia delle comunicazioni e dare una occhiata ai dati che finalmente l’autorità ha pubblicato, anche dopo l’esposto firmato da molti dei nostri lettori.
Soltanto nel mese d’aprile Berlusconi ha occupato da solo oltre il 50% dei cosiddetti tempi d’antenna, cioè i tempi nei quali il politico parla in prima persona senza mediazione alcuna.
Per fermarci alle reti Mediaset il presidente ha superato il 60% a Rete 4 e a Italia1, sfiorando il 45% a Canale 5. Questi dati, tuttavia, sono stati depurati dagli spazi dedicati al terremoto, nei quali Berlusconi ha realizzato un vero e proprio cappotto.
Nel mese di maggio, ad un mese dall’elezioni, il trend prosegue uguale, nella prossima rilevazione saranno forse costrette ad estrapolare dai tempi il terremoto e l’annunciato divorzio.
In queste condizioni il principio delle pari opportunità tra le forze politiche è già stato sgretolato e anche le modalità di esercizio del voto rischiano di subire gravi alterazioni.
Persino il sedicente amico liberale e cerchiobottista dovrebbe cominciare a preoccuparsi e a manifestare qualche piccolo segno di dissenso o almeno di fastidio.

Giuseppe Giulietti



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