09.11.08 – L’Onda e l’Italia di Vespa
Sull’autogrill, autostrada del Centro-Nord. Mi aggiro intorno al banco dei libri, mentre mastico a fatica il gommoso panino “Icaro” (che ormai imperversa con i suoi consimili Capri, Positano, Rustichella, Valdostano e via andare, su tutte le autostrade d’Italia, donate, in pratica, dall’amatissimo ns governo, a Benetton e soci, gli stessi, grosso modo, che partecipano alla famigerata “cordata” per “salvare” Alitalia).
I libri che si trovano negli autogrill – salvo sparutissime eccezioni – costituiscono un buon servizio fatto ai viaggiatori: in pratica sono tutti quelli da NON comprare, e, possibilmente, da NON leggere. Oriana Fallaci, Pansa, Moccia, vari personaggi televisivi divenuti “scrittori”, i soliti (agghiaccianti) bestsellers angloamericani, e, naturalmente, il titolare della Terza Camera, il signor Porta-a-Porta, alias VespaBruno. Con raccapriccio, non senza esitare, prendo tra le mani il suo ultimo prodotto: Viaggio in un’Italia diversa: un insulso chiacchiericcio per nulla “diverso” da quello che ci ammannisce cardinaliziamente tra le due porte, ogni santissima sera della nostra vita, sistemato in un tomo di 478 pagine, rilegato con sovracoperta – da conservare nei secoli – in coedizione Mondadori-Eri, ossia Rai. Una simbologia delle intese sotterranee tra le due emittenti? Ad ogni modo, sfoglio il tomo, preoccupato di non lordarlo con i frammenti di Icaro che, intanto, rischia di fare la fine dell’illustre suo omonimo, precipitando verso terra. Scrupolo verso l’autore? No. Verso il libro, per cui io nutro sempre un minimo di rispetto, “a prescindere”: non riuscirei a gettare nella raccolta carta neppure questo. Bene: lo sfoglio. E scopro che pur essendo uscito in ottobre (come testimonia il “finito di stampare”) il volumazzo reca un intero capitolo sulla “riforma Gelmini”, di cui consiglierei lettura seminariale, se riuscite a procurarvi il libro senza spesa: ma, mi raccomando!, non rubatelo dalle scansie dei supermercati, degli autogrill, e, ahinoi, delle librerie. Non rubatelo, non solo perché “certe cose non si fanno”, e si rischia la galera (andare in galera per Vespa, beh, sarebbe davvero un destino infame!); ma perché il libro rubato è comunque un libro venduto per l’autore e l’editore. Ci rimette solo il venditore. Dunque, se riuscite a procacciarvelo, senza pagarlo, ma in modo da non favorire Vespa e i suoi protettori, vale la pena di dargli un’occhiata. Vi troverete i peggiori luoghi comuni – fondati su false informazioni, o su dati esatti, ma disaggregati scorrettamente, o non contestualizzati: il che significa in definitiva, bugie – contro cui in queste settimane l’Onda si sta battendo. Non senza pietosi riferimenti al ’68, che, manco a dirlo, l’autore vede come l’origine di ogni male presente; e futuro, se per caso la Gelmini fosse fermata. Che è quel che il nostro movimento intende fare. E poiché si parla di Piave in queste sciaguratissime giornate di celebrazione della “Vittoria” del 1918, dirò che il 30 ottobre è stata la nostra linea del Piave. Non passa lo straniero! Non passano Gelmini-Tremonti-Brunetta. Ora, dalla difesa bisogna passare all’attacco. Aggiungere ai no, dei sì. Dire quale università vogliamo. Dalle assemblee, dai seminari, dalle riunioni devono uscire idee propositive, fondate sulle analisi critiche, puntuali, dell’esistente. E, intanto, fare un costante lavoro di controinformazione, come si diceva un tempo. Un lavoro controvento? No: controvespa.
Angelo d’Orsi
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