1.12.2008 – Anche Murdoch vittima del conflitto di interessi

MicroMega

Silvio Berlusconi che come è noto non ama le frasi forti ha simpaticamente definito Antonio Di Pietro un bugiardo e un violento. A Veltroni aveva riservato espressioni più o meno simili.

Lo stesso Berlusconi, nella medesima esternazione, aveva attribuito alla sinistra l’esistenza del suo conflitto di interessi. In un qualsiasi paese del pianeta il combinato disposto tra le due dichiarazioni avrebbe richiamato l’attenzione non dei media ma dei sanitari. Qui invece si disquisisce amabilmente sulle profonde ragioni del cavaliere e non manca qualche editorialista, sedicente liberale, pronto a immolarsi per lui.

In realtà il presidente editore ricorre a queste espressioni, ridicole persino per lui, quando ha bisogno di distrarre l’attenzione generale da ben altre porcherie.

Tra un consiglio dei ministri e l’altro re Silvio è infatti riuscito a raddoppiare l’iva ai danni di Sky, uno dei suoi concorrenti.

In realtà Silvio e Rupert Murdoch la pensano allo stesso modo su tante cose, dalla guerra in Iran alla stima passata per il presidente Bush. Entrambi, tuttavia, amano i soldi e il monopolio e mal sopportano la presenza dei concorrenti

Per sfortuna di Rupert, qui siamo in Italia, dove al presidente del consiglio (anche per grave responsabilità del centro sinistra) è concesso di essere anche il più grande proprietario di media, pubblici e privati.

Questa mostruosità si chiama conflitto di interessi, un virus letale che prima o poi semina morti e feriti ovunque, anche nei santuari del potere economico.

Così con la consueta spregiudicatezza il governo ha pensato bene di raddoppiare l’iva per tutti i possessori di un abbonamento a Sky. La misura colpisce soprattutto questa azienda perché Mediaset sta appena entrando in questo mercato. In questo modo si introduce una nuova tassa a carico di quasi 5 milioni di famiglie, ma soprattutto si sferra un pesantissimo calcio sulle gambe del concorrente.

“Basta con i privilegi…” hanno tuonato Gasparri, La Russa, il sottosegretario Romani, pallidi emuli del ministro Brunetta.
Gasparri, un vero ardito belusconiano della legione di Arcore, ha subito tuonato “la sinistra si occupi del pane: non di Sky…”. Questo appello ci ha commosso e abbiamo deciso di partecipare a questa campagna per la legalità e contro ogni abuso nel settore dei media.

Si potrebbe cominciare consegnando le frequenze a Europa 7, come ha previsto una sentenza del tribunale europeo, oppure si potrebbero applicare quella sentenza della corte Costituzionale che prevedono un massimo di due reti per ogni proprietario, e ancora si potrebbe parificare la tassa di concessione che Rai e Mediaset pagano allo stato per occupare l’etere, un bene pubblico.

Ed ancora si potrebbero bloccare i tagli ai fondi per la editoria che rischiano di condannare a morte giornali quali il Manifesto, tanto per fare un solo esempio.

Se proprio dovessimo trovare uno spot per questa grande alleanza, potremmo tutti insieme chiedere a re Silvio di trattare Sky, la Rai, Europa 7, i giornali, le emittenti locali con lo stesso amore e con la stessa passione con la quale all’inizio di questa legislatura ha trattato Rete 4, regalandole e regalandosi un decreto ad personam e ad aziendam.

Giuseppe Giulietti



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