10.03.09 – Rai, un fronte comune contro il partito del conflitto d’interessi

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Silvio Berlusconi, in modo diretto o indiretto, ha bruciato tutte le candidature proposte per la presidenza della Rai. Le dietrologie si sprecano, non manca chi tenta di usare anche questa vicenda per aprire l’ennesimo scontro interno alle opposizioni. Tanta cecità ci sconvolge e ci indigna.

Quello che sta accadendo non riguarda gli assetti della Rai, ma gli assetti della democrazia. Il presidente del consiglio ha già annunciato la sua intenzione di voler realizzare una repubblica presidenziale a reti unificate e di espellere dal video autori, giornalisti e soprattutto tutti quei temi che gli ”fanno venire l’ansia” a cominciare dalla crisi economica e sociale, dalla crescente povertà e dal malessere che attraversa milioni di italiani, ma che non dovrà trovare adeguata rappresentazione mediatica. Si tratta di un disegno dichiarato e che tenterà di portare a compimento con inaudita brutalità, aiutato dai suoi mazzieri mediatici. Le bocciature dei nomi di De Bortoli e di Petruccioli hanno disvelato sino in fondo l’obiettivo, rendendo palese come il partito dei falchi e del conflitto di interessi è direttamente guidato da Berlusconi, con buona pace dei mediatori.

Non contento di aver travolto tutte le candidature il proprietario di Mediaset ha anche sfidato Dario Franceschini, che ha comunque condotto in modo saggio i difficili passaggi di queste ore, a presentare altri candidati graditi ”alla sinistra”.

Franceschini non ha bisogno dei nostri consigli, ma lo inviteremmo ad ascoltare Berlusconi ma di non limitarsi a presentare candidati graditi ”alla sinistra”, bensì candidati che gradiscono le istituzioni, che amano la Costituzione, che abbiano già dato prova di anteporre l’interesse generale ad ogni interesse particolare. Ci vogliono candidate e candidati capaci di dire no ad ogni lista di proscrizione, di opporsi alla sola idea di realizzare il polo Raiset e, di ridurre ulteriormente il pluralismo politico, sociale, sindacale, culturale, religioso. Ci vuole un candidato capace, se necessario, di sbattere la porta e di potersi rivolgere con la necessaria autorevolezza alle massime autorità istituzionali in Italia e in Europa.

Guai a ridurre questa vicenda “ad un affare Rai”, da delegare agli addetti ai lavori. Qui gli addetti ai lavori sono tutti gli italiani che rischiano di essere informati a reti semiunificate, con una sostanziale alterazione anche del libero gioco elettorale.

Per queste ragioni ci permettiamo di chiedere a Dario Farnceschini, in quanto segretario del maggior partito di opposizione, ma anche a tutte le altre forze politiche interessare, comunque collocate, dentro e fuori il Parlamento, di promuovere una pubblica consultazione, di aprirla anche al contributo di tutte le associazioni sindacali, professionali, della comunicazione, della cultura, della ricerca, del mondo dei consumi e della produzione, per individuare insieme una rosa di candidature di altissimo profilo da offrire, in primo luogo, alla valutazione delle autorità istituzionali, della Presidenza della Repubblica, delle presidenze delle Camere, delle autorità di garanzia, e, soprattutto, della pubblica opinione che ha diritto ad essere informata ed anche coinvolta, nei modi e nelle forme che le nuove tecnologie già consentono.

In questa brutta storia hanno già lasciato le loro le impronte soggetti incappucciati che non hanno alcuna titolarità sulla materia. Forse è giunto il momento di provare a cambiare schema di gioco e di rendere trasparente e raccontabile ogni ulteriore passaggio.

Dal momento che abbiamo invitato tutti a esprimersi, vogliamo anche indicare alcuni nomi, chiedendo scusa ai tanti che dimenticheremo. Pensiamo ad una rosa che possa comprendere nomi indiscutibili quali quelli del professor Zagrebelski, già presidente della corte costituzionale o del suo collega Valerio Onida o del profesor Giuseppe Tesauro, indimenticato presidente della commissione anti trust, o di Stefano Rodotà, stimato ovunque per le sue ricerche sui temi della libertà e del diritto a comunicare. Restando in tema si potrebbe citare il professor Alessandro Pace, presidente dei costituzionalisti italiani, di Mauro Zampini, già segretario generale della camera dei deputati stimatissimo per la sua autonomia di giudizio, o ancora Sandra Bonsanti, giornalista di valore e presidente di Libertà e Giustizia. Tra i giornalisti e gli autori vorremmo almeno ricordare Eugenio Scalfari, Giulio Anselmi, Federico Orlando, persone assai diverse tra loro, ma tutte caratterizzate da un indomabile amore per la libertà, per la legalità, per la qualità dell’informazione. A loro vorrei aggiungere Miriam Mafai, donna libera, anticonformista, capace di scontentare amici e avversari. Della sua stessa pasta è fatto Angelo Guglielmi, il papà di Rai Tre, messo in naftalina troppo presto da una sinistra che spesso dimentica i suoi migliori rappresentanti.

Qualche mese fa lanciammo l’idea, per altro ignorata, di chiedere una disponibilità al presidente degli industriali siciliani Ivan Lobello, o a Roberto Saviano, o a Don Ciotti, simboli della lotta contro le mafie, appassionati sostenitori di una comunicazione che sappia far crescere la coscienza civile ed etica della comunità nazionale.

Queste sono solo alcune proposte, vorremmo che ne arrivassero altre, che fossero motivate, non ci interessa che siano candidature di sinistra, ma che siano davvero candidature di garanzia costituzionale e istituzionale.

Il sito di Articolo21 e questo blog raccoglieranno le vostre indicazioni e le consegneranno ai rappresentanti delle forze politiche.

Lo faremo con grande spirito unitario, senza malizia, senza provocazione, convinti come siamo che questa sia davvero una grande emergenza democratica che come tale vada affrontata mettendo insieme il più vasto schieramento possibile, persino, se dovessero battere un colpo, gli ultimi pezzi di una destra liberale ormai ridotta al silenzio.

Siamo talmente distanti da qualsiasi spirito di parte che se esistesse ancora un uomo di destra libero e autonomo dagli interessi del cavaliere, lo candideremmo subito. Anzi se vi dovesse venire una idea segnalatela a questo sito, perché, lo ripetiamo per l’ultima volta, non si tratta di mettere al presidenza della Rai ”uno dei nostri”, ma uno o una che abbia davvero nel cuore l’Art.21 della Costituzione, tanto per intenderci uno che abbia la tempra, l’orgoglio e la passione civile di Oscar Luigi Scalfaro o di Tina Anselmi.

Giuseppe Giulietti



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