10.10.08 – L’opposizione con il sì
“Non è che temo Junio Valerio Borghese o cose del genere. Non siamo per imbracciare la teoria del regime. Dobbiamo continuare la sfida di innovazione e distinguerci da posizioni estremiste che non ci appartengono. Dobbiamo salvare l’Italia dell’impoverimento, essere una forza responsabile” (Walter Veltroni, la Repubblica, 4 ottobre).
“L’ultimo segretario Ds Fassino non le manda a dire. Chiede di non arroccarsi nell’antiberlusconismo e nel sogno di spallate al governo. “L’opposizione, ogni volta che dice un no ha il dovere di dire un sì. Alziamo la qualità della nostra capacità propositiva. Non possiamo solo criticare provvedimenti del governo”. (Piero Fassino, la Repubblica, 4 ottobre).
“La nostra non sarà mai un’opposizione massimalista” (Antonello Soro, La Repubblica, 4 ottobre)
Sono tre dichiarazioni autorevoli che il giornale “La Repubblica” attribuisce al segretario, a un ministro ombra e al capogruppo dei deputati Pd in occasione della direzione del partito, il 3 ottobre.
Ho due possibilità: chiedermi se la giornalista (Giovanna Casadio) abbia estrapolato un po’ disinvoltamente nel vuoto e fuori contesto, oppure ammettere che le tre frasi sono inspiegabili e non saprei come raccontarle agli elettore del Pd per indurli a votare di nuovo Pd.
Spero nel primo caso ma, per prudenza e seguendo l’inclinazione pessimista che di questi tempi, purtroppo, risulta spesso la più giusta, prenderò per un momento le tre frasi come se fossero vere.
La prima (Veltroni). Quelli che dicono “regime” intendono affermare che qualcosa non va con la democrazia. Berlusconi non solo non nega ma esibisce. Niente perdite di tempo con parlamentari perdigiorno e depressi. D’ora in poi decreti-legge (che entrano in vigore subito) e voto di fiducia (che non si discute). Perché invocare Borghese se abbiamo vivo e attivo Berlusconi che dice “il decisionismo mi premia. Lo sarò di più”. Ha ragione ma è fuori della Costituzione. Salvare l’Italia dall’impoverimento è un buon proposito. Ma intanto lui ti passa sopra con decreto legge e fiducia e del tuo buon proposito non si accorge nessuno.
La seconda (Fassino). La frase “Per ogni no dobbiamo dire un sì” si dice spesso in questa opposizione ( e durante tutta la lunga marcia 2001-2006). Ma dire sì a che cosa? O alle sue leggi, e allora non sei più opposizione. O alle tue che non arrivano neppure a fare notizia perché il Pd non ha i voti, e non arrivano in Aula perché vengono abbattute in Commissione. Allora a chi li diciamo i “sì” ? E quando, visto che nessuno di loro ha tempo e voglia di ascoltarti?
La terza (Soro): “Noi non saremo mai massimalisti”. Rispetto a che cosa? Se uccidono un ragazzo nero (italiano) a sprangate, bisogna dire “Che peccato!”, per non essere mai massimalisti o si può dire con indignazione che è un delitto razzista incoraggiato dalla xenofobia e dal fascismo di governo? Che cosa vorrà dire massimalismo per un normale partito democratico che fa opposizione?
Per esempio, quando Nancy Pelosi, Presidente della Camera degli Stati Uniti apre il suo discorso accusando il presidente Bush del grande collasso, è massimalista? Quando i democratici americani dicono che Sarah Palin , candidata vice presidente americana, è una minaccia e un pericolo grave per il Paese e per il mondo sono massimalisti, o dovrebbero organizzare con lei un convegno bi-partisan sulla armi automatiche in Alaska?
Mettiamo che le frasi siano vere (ipotesi che ritengo impossibile).
Domanderei: MA PUO’ IL PIU’ GRANDE PARTITO DI OPPOSIZIONE VIAGGIARE COL FRENO A MANO?
Furio Colombo
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