10.11.08 – Cossiga va interrogato

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In qualsiasi altro paese al mondo un ex presidente della repubblica che invoca il morto, perché cosi finalmente si potrà scatenare la repressione e imporre l’ordine, sarebbe immediatamente richiamato dalle più alte cariche istituzionali e magari interrogato dal commissario del più vicino posto di polizia.

Qui, invece, la lettera di Cossiga al capo della polizia Manganelli viene liquidata tra battute, sorrisi di circostanza, frasi irriguardose sullo stato di salute del povero Francesco.

Al contrario dei suoi falsi amici, noi abbiamo un tale rispetto per l’ex presidente da ritenere che debba esser immediatamente convocato dalle autorità competenti.

Sta esprimendo un suo desiderio? E’ a conoscenza di quanto potrà accadere? Si riferisce a provocazioni o a depistaggi operati nel passato e che lo hanno visto magari nelle vesti del protagonista in qualità di ministro degli interni? Qualunque dovesse essere la risposta, non è certo possibile far finta di non aver letto o di non aver ascoltato… In ogni caso si tratta di parole irresponsabili, destinate a far crescere la tensione, per fortuna che questo tipo di linguaggio appare distante anni luce dalle modalità espressive e di comportamento sin qui prevalse nel movimento degli studenti.

Sarebbe, tuttavia, un errore sottovalutare il contesto nel qual sono cadute le parole di Cossiga: qualche giorno fa Berlusconi in persona aveva invocato la celere. Subito dopo, in piazza Navona, un gruppo di fascisti aveva potuto colpire in tutta tranquillità.

Il governo, puntualmente, nella informativa al Parlamento, aveva cercato di scaricare la responsabilità su genitori, insegnanti e studenti, secondo il copione cossighiano. Per loro disgrazia centinaia di testimoni hanno smentito la velina di regime e la trasmissione “Chi l’ha visto?” li ha definitivamente sbuggiardati. Gli squadristi si sono vendicati promuovendo una singolare e indisturbata “marcia su via Teulada”, addirittura filmandosi e firmandosi, quasi a proclamare il loro diritto alla impunità. Evidentemente si sentono coperti e in piena sintonia con il triste spirito dei tempi. Non contenti hanno fatto sapere che colpiranno quei giornalisti e quelle tv che continueranno ad esercitare il diritto di cronaca. Nelle stesse ore non pochi esponenti della destra scagliavano parole di fuoco contro quei TG che trasmettono ansia e danno spazio al malessere sociale. Non occorre una particolare intuizione politica per avvertire che nell’aria si stanno diffondendo i venti della intolleranza e della insofferenza verso ogni forma di opposizione e di controllo.

Questa settimana il servizio d’ordine mediatico di re Silvio tenterà di dividere l’opposizione, di eliminare Leoluca Orlando dalla corsa per la presidenza della commissione di vigilanza sulla Rai, e di scegliersi un oppositore non sgradito al capo supremo.

Vogliamo sperare che non esista un solo parlamentare eletto nelle fila del centro sinistra a disponibile ad essere “unto dal signore”: o no?

Giuseppe Giulietti



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