11 agosto 2008 – Pancho Pardi: Enrico Letta e l’antiberlusconismo immaginario

MicroMega

di Pancho Pardi

Enrico Letta ci dice che è l’ora di finirla con l’antiberlusconismo. Abbiamo a disposizione almeno tre risposte.
La prima. Si potrebbe ribattere che il centrosinistra non ha mai fatto davvero dell’antiberlusconismo. Anzi, tutte le volte che Berlusconi è stato sull’orlo di una crisi letale è stato proprio il centrosinistra a risollevarlo.
Quando nel ’96 addirittura Buttiglione poteva pensare di sostituirlo alla guida del centrodestra, D’Alema lo scelse come coautore essenziale di una grande riforma costituzionale nella disastrosa Bicamerale. Berlusconi si prese i vantaggi dell’operazione e ringraziò con un calcio nei denti. Nell’autunno del 2007, quando Fini rifiutava di entrare a far parte del nuovo virtuale Popolo delle Libertà dicendo che quella era la comica finale (e Berlusconi replicava a denti stretti: vi ho tirato fuori dalle fogne, vi ci rimanderò) Veltroni ha pensato bene di riconoscere nel solo Berlusconi l’unico vero interlocutore per la riforma elettorale e le riforme istituzionali (una vera fissazione!). Brillante la spiegazione: la politica italiana non può restare appesa a Casini. Meglio che resti appesa a Berlusconi?
La seconda. Potrebbe essere vagamente trasognata. Se è finito l’antiberlusconismo sarà forse finito il berlusconismo. Non ci avevamo pensato…
La terza potrebbe essere più saggiamente realistica. Poiché Letta ci ricorda che l’antiberlusconismo serve solo ad avvantaggiare Berlusconi, non sarà il caso di diventare tutti ferventi berlusconiani?
Chissà che l’eterogenesi dei fini non produca effetti imprevedibili…


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