11.10.08 – Una firma contro il Diktat Berlusconi
Oggi 11 ottobre comincia in piazza Navona a Roma e in centinaia di città e paesi la raccolta delle firme per chiedere il referendum popolare per abrogare il Lodo Alfano, che più correttamente dovrebbe chiamarsi Diktat Berlusconi.
Legge speciale per proteggere dai processi le quattro massime cariche dello Stato. Legge ipocrita perché una sola di quelle cariche ne ha davvero bisogno. Le altre tre potevano benissimo farne a meno.
Legge incostituzionale perché in aperto contrasto con il principio affermato dall’articolo 3 della Costituzione: tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge.
Il principio di uguaglianza può essere considerato leso anche da un punto di vista più ristretto. Mentre il Presidente della Repubblica è già protetto dalla Costituzione, il presidente del consiglio non ha rango superiore ai ministri, quindi la stessa protezione dovrebbe valere anche per essi. E poiché i presidenti del Senato e della Camera non hanno rango superiore a senatori e deputati, la protezione dovrebbe essere ampliata anche a tutto il Parlamento.
Inoltre, dato che tocca un principio costituzionale fondamentale, la legge avrebbe semmai dovuto passare attraverso una modifica costituzionale. Ma ciò avrebbe comportato un referendum come quello del 2006, senza quorum del 50 più uno per cento, e il centrodestra non ha voluto rischiare una seconda sconfitta.
Il centrodestra sostiene che con il Lodo ci uniformiamo a una consuetudine europea. E’ una falsità assoluta. In Europa solo i monarchi hanno una protezione simile, residuo dell’assolutismo. E tra i capi di stato solo quello francese gode di quel vantaggio. Nessun capo di governo è protetto. Non solo: Kohl in Germania e Olmert in Israele sono stati costretti dai loro stessi partiti a dimettersi per reati assai meno rilevanti di quelli per cui è accusato Berlusconi.
Vari esperti hanno sostenuto che siccome la questione è ormai giunta di fronte alla Corte Costituzionale il referendum è inutile. Ma l’incostituzionalità della legge non è il solo motivo per cui si chiede il referendum. Né in precedenza gli altri referendum avevano solo una motivazione di ordine costituzionale. Una legge può essere costituzionale ma essere giudicata ingiusta da una gran numero di cittadini. Molti firmeranno perché considerano ingiusto il Diktat Berlusconi.
Cittadini pessimisti pensano che il referendum sia rischioso perché se non si riuscirà a raggiungere il quorum o se, raggiungendolo, la richiesta di abrogazione dovesse risultare sconfitta, il risultato sarebbe una nuova vittoria di Berlusconi. E’ giusto essere preoccupati ma non si può decidere di rinunciare a una lotta giusta perché non c’è garanzia di successo. D’altra parte già oggi Berlusconi sta esercitando un’azione che logora la democrazia e svuota dall’interno le garanzie costituzionali.
Con la sua dotazione personale di mezzi extraistituzionali sta rovesciando il rapporto tra governo e Parlamento. Usurpa la funzione legislativa, che spetta alle Camere, e riduce queste a inerte mezzo di esecuzione della volontà del governo e della sua stessa volontà.
Pretende di sottomettere al governo la magistratura inquirente e vuole rendere più difficile l’esercizio della stampa indipendente. Con il futuro provvedimento sulle intercettazioni vuole impedirne l’uso ai magistrati e impedire ai giornalisti di parlarne.
Vagheggia una nuova riforma costituzionale per vanificare il carattere parlamentare della repubblica e trasformarla in repubblica presidenziale. Prepara modifiche dei regolamenti parlamentari che riducono la stessa autonomia della maggioranza e la consegnano al potere accresciuto del governo.
Dobbiamo aspettare che tutti questi progetti siano compiuti per esprimere la più decisa riaffermazione delle garanzie costituzionali?
Italia dei Valori e il protagonismo civile hanno lanciato la raccolta delle firme. Associazioni, gruppi spontanei e altri partiti hanno già deciso di dare il loro attivo contributo. Ci sono molti motivi per lottare contro questo governo. Impressionante è il suo taglio della spesa pubblica che, mentre dissipa risorse preziose in Alitalia o per salvare i bilanci di città, oggi di centrodestra, come Catania, allo stesso tempo strozza scuola, università e ricerca, e deprime le speranze di intere generazioni di studenti. Sono tutte lotte che dovranno essere esercitate e rafforzate, ma oggi il compito è iniziare la raccolta delle firme per il referendum contro una legge ingiusta. Chi vuole potrà dare il suo personale contributo di azione e di pensiero. Chi non può venire a piazza Navona cerchi nella sua città, nel suo paese il banchino per la raccolta delle firme. E buon lavoro.
(Pancho Pardi)
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