12.01.09 – Tragico gioco a mosca cieca
Proviamo a elencare alcune cose che tormentano il mondo. Tentiamo una impossibile classifica, una orrida hit parade.
1. La tempesta economica. In alcune aree il vento è più distruttivo e violento. In altre, se ti trovi nell’occhio del tifone, nel punto fermo della tempesta hai l’impressione di un fermo. Ma è un fermo apparente. Qualunque esperto ti informa che certi sconvolgimenti per loro natura hanno punti di sosta e accelerazioni spaventose e improvvise, ma non risparmiano niente e nessuno anche se può accadere in tempi diversi. E’ la crisi economica, la vasta e lunga scossa finanziaria che prima spaventa e poi produce il crollo. L’Italia, come tutti i paesi, i più e i meno ricchi, i più e i meno industriali, è al centro del disastro anche se può non saperlo subito. Il centro si sposta continuamente e poi torna. Dentro ci siamo tutti.
2. La guerra in Medio Oriente. In realtà è al secondo posto solo per un’illusione, un modo antico di giudicare. Pensiamo che riguarda “loro” e non “noi”. Ci dividiamo sulle opinioni (chi è il colpevole, chi è il più malvagio), ma ci conforta che missili e razzi, carri armati, offesa, difesa, morti, popoli condannati ad essere soldati per sempre, tutto avvenga “altrove”. Ma quell’altrove non esiste. O finisce subito o esplode un’area intera, certo il Mediterraneo, forse il mondo percorso dal terrorismo quotidiano, forse il sussulto di chi ha le armi atomiche. Non c’è nessun altrove.
3. Gli immigrati. E’ iniziato un vasto spostamento del mondo disperato che non intende fermarsi. E’ già un errore abbastanza grande fingere di non vedere e di non sapere. Ma è ancora più grande perseguitare invece che regolare, incattivire, umiliare, tormentare invece di aggregare, continuare a ripetere la futile e atroce minaccia di “ricacciare in mare”. Il problema diventa un male e il male diventa un nemico. E il problema non è il numero 3. Fa parte della guerra e fa parte del crollo finanziario e industriale.
Ora proviamo a elencare tre leggi e impegni di politica interna e politica internazionale, piani, proposte o almeno frasi ad uso del circo mediatico, di Silvio Berlusconi e del suo governo.
Tremonti gira fra una Camera a l’altra (del Parlamento) con piccole leggi irrilevanti, ignorando tutto della tragedia economica. Gelmini chiama “riforma” alcuni tagli ciechi e pesanti a tutti i livelli di scuola. Brunetta si vanta di avere scovato migliaia di fannulloni che adesso sono tutti al lavoro. Per che cosa? Frattini dice frasi a caso che il mondo ignora e non fa pesare in alcun punto o momento la sua inutile presenza. Infatti il più delle volte diserta gli incontri internazionali in cui si dovrebbe sapere, capire, decidere. Bossi ha un’idea geniale, moderno: la tassa sugli immigrati. Mostra in un colpo solo di avere studiato e risolto un problema del mondo.
Berlusconi? Propone anche oggi, 11 gennaio, la riforma della giustizia. Altri ospiti del nosocomio rispondono miti che “Sì, si può fare”.
FARE COSA? ADULTI DETTI “POLITICI” GIOCANO A MOSCA CIECA, MENTRE IL MONDO CROLLA UN PEZZO AL GIORNO.
Furio Colombo
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