12.03.09 – Il deputato libero della Commissione Sanità
Un senso di consapevolezza e di pace, la certezza di avere raggiunto una soluzione alta e dignitosa, si è diffusa nelle ultime ore fra parlamentari di Casa della Libertà, parlamentari del Partito Democratico e parlamentari assortiti.
Si deve ai due leader principali, Berlusconi e Franceschini che hanno dichiarato quasi insieme: “Si vota secondo coscienza”. Restano fuori i deputati radicali, ma loro, come sempre, per i media non contano. Basta ignorarli. Per tutti gli altri la coraggiosa e rivoluzionaria dichiarazione riguarda il tormentato progetto sul “fine vita”.
Il problema non è più di rompersi la testa a domandarsi se il testo Calabrò (quello in discussione, che obbliga e impedisce escludendo responsabilità e libertà di scelta) sia costituzionale o no, anzi se abbia senso tanta discussione e tanto lavoro per giungere a una legge pontificia che impedisce e basta.
Il problema è diventato: se sono obbligato o no a votare una simile legge indiscutibile (è della Chiesa!) e non emendabile (chi siamo noi, deputati e senatori di questo mondo per emendare la verità?).
La benevolenza di Berlusconi e Franceschini ci rassicura, ci lascia liberi.
Calma ragazzi. Vediamo. No, la legge che impedisce, vieta, svuota il testamento biologico non potete cambiarla. E, in caso di tragica necessità, il sondino e relativa tortura di fine vita non ve lo leva nessuno. Sì, la legge potete anche non votarla. Poi dovrete vedervela con i Giovanardi e i Volontè che si annidano nei rispettivi elettorati e nessuno vi può garantire una rielezione persino in lista obbligatoria di partito, formato Calderoli.
Ma – vivaddio – siete liberi. Tanto il voto è pubblico, gli interventi in commissione fanno impallidire le storie dei santi, e la maggioranza trasversale sarà enorme nella migliore tradizione bulgara.
Ci sarà un affollamento di dichiarazioni laiche “rispettose del sacro”. La legge rigorosamente proibizionista sarà dichiarata “volontà del popolo”.
E noi, quattro o cinque reietti, andremo in giro a spiegare: “Ci hanno lasciato liberi e abbiamo votato no”.
Non tutti i quattro o cinque. Consideriamo anche le vocazioni tardive.
Furio Colombo
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