12.11.08 – Sofya, una storia che non vale un Tg
Tra le tante lettere ed articoli arrivati in questi giorni al sito di articolo 21 mi ha particolarmente colpito il racconto di Valentina Loiero,una giornalista che ha segnalato il caso di una donna straniera che è morta perché travolta da una auto guidata da un italiano. Lei nera,lui bianco,così la notizia è letteralmente sparita comunque è stata relegata nelle brevi. Non ha suscitato scalpore né grande emozione. Si tratta infatti di una storia che non appare in sintonia con lo spirito dei tempi e,dunque,non notiziabile per usare una brutta espressione.
Ci sembra giusto, tuttavia, riportare integralmente la riflessione che ci ha inviato Valentina:
Sofya, una storia che non vale un Tg
di Valentina Loiero
Di Sofya Smirnova, 37 anni, ucraina, arrivata in Italia con regolare passaporto e uccisa da un pirata della strada la notte tra il 5 e il 6 novembre sulla statale di Pomigliano d’Arco, alle porte di Napoli, non ha parlato nessuno o quasi.
Colpa di quella maledetta data, dira’ qualcuno: il destino ha scelto di farla morire la stessa notte in cui un’altra donna, di 27 anni, ma italiana, e’ stata scippata e strattonata da due adolescenti a Napoli. A pochi chilometri, cioe’, dal luogo in cui Sofya veniva travolta da un’auto che non si e’ mai trovata.
Francesca, per fortuna, non e’ morta: e’ finita in coma, pero’, e solo dopo 24 ore ne e’ uscita. I suoi scippatori sono stati acciuffati subito. Anche grazie alle testimonianze della gente, che stavolta nella centralissima piazza Dante ha parlato, eccome.
Colpa forse anche di un’altra beffa che il destino ha giocato a Sofya: qualche ora dopo la sua morte un giovane Rom di origine croata ha travolto con la sua Bmw 13 persone che aspettavano l’autobus ad una fermata di Acilia, alla periferia di Roma. Tre sono risultate subito gravissime. Per fortuna anche in quest’ultimo caso nessuno e’ morto.
Risultato? Per Sofya non c’era davvero spazio. L’immagine del suo corpo coperto da un lenzuolo sul ciglio della strada e’ apparsa nelle edizioni dei Tg delle 13 (e neanche di tutti). Il Tg3 ad esempio le ha dedicato solo una "macchia", come si dice in gergo, ovvero una notizia breve letta da studio, con le immagini che scorrevano. Non un servizio vero e proprio. Ma gia’ nei tg della sera di Sofya non c’era piu’ traccia.
Peggio, molto peggio, e’ andata con la carta stampata. Nessun quotidiano nazionale (almeno nessuno dei principali) le ha dedicato una riga. Semplicemente la morte di Sofya, causata da un pirata della strada presumibilmente italiano, per i giornali non e’ avvenuta. Meglio, non e’ una notizia. A Francesca, uscita dal coma, sono state giustamente dedicate aperture di pagina e atrettanto al Rom di origine croata che ha investito 13 persone.
E allora e’ inutile negare: nella trappola ci siamo caduti tutti, proprio tutti. Nella trappola del luogo comune, del razzismo strisciante, della disattenzione, dei due pesi e delle due misure. E il teorema e’ diventato regola: Sofya ucraina, uccisa da un pirata (forse italiano) non vale quanto le 13 persone ferite da un Rom croato. Ne’ quanto Francesca finita in coma dopo uno scippo. Tutto italiano, stavolta.
Nulla da aggiungere, se non un invito a tutti voi a segnalarci, quando lo riterrete opportuno, altri casi di xenofobia o di razzismo palese o strisciante, volontario o persino involontario. La Federazione della Stampa e l’Ordine dei Giornalisti, di recente, si sono dati un codice per contrastare tutti i casi di malainformazione in materia di razzismo, di immigrazione, di accoglienza. Nei prossimi giorni vi proporremo una sintesi del testo e le modalità di presentare eventuali denunce, segnalazioni, esposti.
Giuseppe Giulietti
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