15 settembre 2008 – Pancho Pardi: Stragi di stato, lezioni di oblio sul Corriere della Sera

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di Pancho Pardi

Lo storico Giovanni Sabbatucci coglie l’occasione della polemica aperta dalle affermazioni di Adriano Sofri sulla natura dell’omicidio Calabresi (crimine nato non in ambiente terroristico ma in un contesto di ritorsione contro le complicità dello stato nella strage di Piazza Fontana) per affermare a sua volta sul Corriere della Sera che l’idea della strage di stato era priva di fondamento. Sabbatucci mostra una sicurezza stupefacente, la prova maestra di quanto fosse infondata l’idea dello stato stragista starebbe nel fatto che la tesi non è mai stata confermata da prove. Argomento di dubbia validità: se lo stato aveva qualche motivo ad assecondare azioni stragiste, sarà ragionevole supporre che facesse il possibile per non lasciare tracce della gravissima tendenza.
Si può semmai osservare che tracce indirette ne ha lasciate parecchie, persino prima di Piazza Fontana, come la strage di Peteano, con il coinvolgimento di alti gradi dei carabinieri, dimostra in modo eloquente. Ma il caso di Piazza Fontana ha evidenza plateale. A cominciare dalle indagini indirizzate verso l’ambiente anarchico e distolte in modo programmatico dagli ambienti di centro destra, il cui ruolo fu con difficoltà messo in luce solo da inchieste giornalistiche e da pochi, coraggiosi magistrati (per esempio il giudice Spitz). Ma questo fu solo l’inizio, perchè lo stato si distinse per l’inerzia con cui fronteggiò le stragi successive. E inerzia è un eufemismo, se si vuole considerare il largo tessuto di complicità e collaborazione che per anni i servizi – cosiddetti deviati, ma i non deviati non c’erano – intrattennero con i peggiori soggetti dell’ormai noto stragismo fascista, in seguito a lungo protetti anche all’estero quando dovettero espatriare.
Sabbatucci minimizza: “coperture e apparati deviati sono cose gravissime” ma non abbastanza da dimostrare l’esistenza di un terrorismo di stato. E alla fine giunge a una sorta di rovesciamento delle responsabilità: aver tanto insistito sul terrorismo di stato ha poi legittimato la nascita del terrorismo di sinistra. Si badi bene: non il terrorismo di stato che per Sabbatucci non esisteva, ma la credenza che quel terrorismo esistesse ha prodotto la violenza ad esso contrapposta.
“Coperture ed apparati deviati” sono nell’ordine manifestazioni funzionali e strumenti attivi che dimostrano come lo stato fosse implicato nella logica stragista, almeno nel senso che anche se non ne fu autore volontario svolse però il compito di occultatore zelante. I “soliti Giannettini o Maletti”, di poco conto per Sabbatucci, furono a lungo protetti da una vistosa omertà di stato: basti ricordare la deposizione reticente a loro favore da parte di Andreotti al processo di Catanzaro. Lo spostamento del processo in Calabria è a sua volta un prova secondaria della volontà di occultamento. Sabbatucci al massimo potrà sostenere che a un certo punto lo stato cominciò a riparare le sue stesse mancanze aprendo e tenendo per decenni in Parlamento una Commissione stragi. La cosa non ci distingue in senso positivo: quale altro parlamento democratico ne ha avuto bisogno? Ma la commissione stessa ha dovuto fare i conti con omertà insuperabili che mostrano come il tema sia difficilmente indagabile, proprio per motivi connessi alle implicazioni dirette e indirette dello stato.
Sostenere questa tesi banale non significa giustificare il terrorismo di ritorsione che si è invece ritorto a sua volta contro la praticabilità stessa dei movimenti di opposizione.
Ma resta innegabile che la strage di Piazza Fontana, intesa come strage di stato, ha segnato come uno spartiacque l’intera storia politica della seconda metà del secolo scorso.
Oggi molti sono pronti ad ammettere che l’origine sostanziale delle stragi stava nella ferma intenzione degli Usa di sbarrare il cammino alla possibilità del Pci di giungere al governo del paese. Una prassi analoga più sbrigativa fu poi adottata in Cile. La classe dirigente del Pci se ne fece una ragione ammettendo il principio che non avrebbe potuto raggiungere l’obiettivo contro la volontà degli Usa. E questo è il motivo principale per cui nessuno ha ormai un vero interesse a chiarire i misteri che, in realtà, chi sa dà per chiariti e ritiene più utili per tutti consegnare all’oblio.



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