15.03.09 – Se anche Fini finisce sotto attacco

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"Fini si domandi se questa è la sua casa, non si può pensare di votare ognuno di testa sua". Chi ha pronunciato questa frase dal tipico piglio padronale? Chi ha dato gli otto giorni al presidente della Camera come si usava in altri tempi con i domestici? Il mistero è presto svelato, si tratta del Formigoni pensiero. Il presidente della Lombardia ha posto la sua candidatura a futuro capo della destra assestando un sonoro schiaffone sulla faccia del presidente della Camera.

Non si tratta certo di parole in libertà, ma corrispondono agli umori profondi della destra belusconiana e dei suoi alleati più legati all’integralismo, alle parole e alle opere di comunione e liberazione. Del resto, nelle stesse ore, il sito di Forza Italia ha dato largo spazio ad ogni tipo di veleno e di insulto nei confronti del presidente Fini. Se le stesse parole e gli stessi toni fossero stati da un oppositore qualsiasi o da un comico avremmo sentito le urla arrivare sino in cielo e non sarebbero mancate le richieste di pubbliche scuse e gli appelli alla commissione di vigilanza e al consiglio di amministrazione della Rai per mettere a tacere i provocatori “cattocomunisti”, tanto per usare una espressione rilanciata dal semiologo di Arcore.

Le parole di Formigoni, al di là dei toni sprezzanti, tornano sul punto che ha davvero fatto saltare i nervi al servizio d’ordine berlusconiano: ”…non si può pensare di votare ognuno per conto suo…”. Nei giorni scorsi il presidente che vuol farsi re aveva invocato la sostanziale abrogazione della libertà di coscienza per i singoli deputati, proponendo di delegare ai soli capi gruppo il diritto ad esprimere un voto collettivo. Si trattava e si tratta, in modo evidente, di una vera e propria rottura costituzionale e il presidente Fini si è permesso di ricordare che esistono limiti invalicabili, anche per Silvio Berlusconi. Non lo avesse mai fatto, contro di lui si è scatenata una vera e propria tempesta politica e mediatica. Sicuramente sarà sfuggito alla nostra attenzione ma, almeno sino ad oggi, non abbiamo avuto la fortuna, si fa per dire, di ascoltare la voce di quei sedicenti professori liberali sempre pronti a indignarsi quando sentono il più tenue odore di antiberlusconismo. Probabilmente si faranno sentire dopo il fine settimana quando saranno rientrati dal mare o dai monti.

Al di là di ogni ironia quanto sta accadendo a Fini dovrebbe preoccupare chiunque abbia ancora a cuore lo stato di diritto e la costituzione. Se al presidente della camera viene riservato un simile trattamento non ci vuole una grande immaginazione per prevedere quali siano le vere intenzioni della destra del conflitto di interessi.

La repubblica presidenziale a reti unificate è il prossimo obiettivo, chiunque deciderà di opporsi sarà considerato il nemico principale, chiunque esso sia. Sarà bene saperlo e non farsi illusioni.

Il prossimo 4 aprile la Cgil ha già convocato una grande iniziativa nazionale per rivendicare l’autonomia del sindacato, il diritto alla libera contrattazione, il rifiuto di una logica centralizzata e autoritaria.

Non occorre essere iscritti al sindacato di Epifani e neppure essere un simpatizzante per capire che quel giorno sarà bene esserci. Il prossimo 4 aprile, potrebbe davvero diventare la prima grande manifestazione nazionale capace di unire quanti hanno ancora a cuore lo stato di diritto.

L’invito è ovviamente rivolto anche al presidente Fini e a quella parte della destra che comincia a nutrire qualche dubbio sulla opportunità di morire berlusconiana…

Giuseppe Giulietti

(15 marzo 2009)



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