16.10.08 – Il grido di Saviano diventi grido collettivo

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Cosa vuole questo Saviano? Perchè si mette in mostra? Quanti soldi ha fatto con il suo libro? La campagna dei veleni era già partita da qualche settimana. Al coro hanno prestato la voce persino alcuni sedicenti giornalisti dell’area casertana, sempre in prima linea nella campagna per diffamare.

E spargere insinuazioni nei confronti di chi si oppone e non intende piegare la testa di fronte ai camorristi e alla zona grigia che li avvolge e li protegge. Contro costoro e contro la palude che li nasconde si è scagliato Saviano. Lo ha fatto con coraggio, con senso civico, da autentico innamorato dello Stato (scritto con la maiuscola) dei valori costituzionali. Il grido di oggi non è il grido di un disertore. Ma esprime la disperazione di chi teme che la miscela esplosiva composta da camorra indifferenza ignavia possa stravincere a Caserta, in Campania, in Italia. Il grido di Saviano deve diventare un grido collettivo. Ciascuno di noi, per la sua parte, deve raccogliere la provocazione. La camorra voleva uccidere Saviano e la sua scorta. La camorra ha già intimidito Rosaria Capacchione,la coraggiosa giornalista del Mattino. Gli assassini hanno già ammazzato pentiti, collaboratori di giustizia, imprenditori ribelli, giudici, poliziotti. In quella terra rischiano tutti quelli che tentano di affermare una cultura della legalità.

Per queste ragioni non è più rinviabile la convocazione di una grande manifestazione nazionale che faccia sentire la presenza, la forza, l’affetto di milioni e milioni di italiani. La carovana anti mafia promossa da Don Ciotti ha già annunciato che il prossimo 5 novembre sarà a Mondragone. Il presidente della federazione della stampa Roberto Natale e il presidente dell’Ordine dei giornalisti convocheranno gli stati generali della professione a Caserta. Lorenzo Diana, già parlamentare dei DS e ora costretto a vivere sotto scorta, ha proposto una vera e propria manifestazione capace di riunire tutti quelli che vogliono estirpare la bestia. Un deputato di Alleanza nazionale Fabio Granata ci ha scritto proponendo una iniziativa comune che parta dalla necessità di costruire una memoria condivisa che includa davvero i nomi di Falcone, di Borsellino, di Pio La Torre, di coraggiosi giornalisti come Fava, Alfano, Spampanato, De Mauro, per citare solo alcuni nomi. Questo è il dialogo che ci piace, questa è davvero memoria condivisa, questa è l’unità nazionale da incentivare in ogni modo. Chiunque abbia altre proposte o voglia aderire alle iniziative in essere utilizzi pure questo blog, il sito di Articolo21 o quello di Liberainformazione.

Giuseppe Giulietti



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