15.11.08 – La dittatura della maggioranza

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Domenico Gallo, un magistrato di grande sensibilità civile e politica, ha appena scritto un libro dedicato alla "Dittatura della maggioranza", intesa come la volontà di sopraffazione che caratterizza una maggioranza regolarmente eletta, quando decide di cambiare da sola le norme fondamentali e di stravolgere la stessa Costituzione. I provvedimenti assunti per dare una lezione alla magistratura, per colpire la contrattazione e per assumere il controllo dell’intero polo TV, rappresentano altrettanti esempi di dittatura della maggioranza, che è cosa assai diversa dal legittimo esercizio delle responsabilità di governo.
Un esempio tipico di dittatura della maggioranza è arrivato dalla decisione della destra di cooptare un esponente delle opposizioni eleggendolo presidente della commissione di vigilanza. Quanto è accaduto non è un incidente di percorso, ma rappresenta il logico sviluppo della dottrina Berlusconi Gelli che si è sempre fondata sulla unificazione delle piazze mediatiche.
Nei giorni scorsi, con impressionante puntualità e con ferreo coordinamento, si sono espressi il venerabile maestro, Marcello Dell’Utri e lo stesso Berlusconi che aveva annunciato di essersi rotto le scatole della vigilanza e di essere pronto a fare tutto da solo, proclamando ai quattro venti anche l’intenzione di ripulire tutta la Rai dalle trasmissioni che “fanno ansia” e che continuano a descrivere il malessere sociale. Berlusconi, da uomo di tv, sa che non riuscirà a risolvere i drammatici problemi sociali che tormentano la Italia, e si propone di cancellarli mediaticamente, di eliminare quelle fastidiose diversità che ancora si ostinano a non piegare la testa e la schiena allo spirito dei tempi
Subito dopo la elezione del senatore Villari, re Silvio si è sgolato negando ogni suo coinvolgimento nel colpo di mano. La finta smentita, la rettifica non richiesta hanno reso ancora più trasparente l’imbroglio. Berlusconi è stato il mandante, la destra ha eseguito ,all’interno del centro sinistra qualcuno ha svolto il ruolo di basista.
Do per scontate le dimissioni del senatore Villlari, ma quanto è accaduto segna la fine delle intese istituzionali che prevedevano la nomina alla presidenza della vigilanza di un esponente delle opposizioni. Quella intesa, sino a oggi, era sempre stata rispettata. Il centro sinistra aveva onorato gli impegni persino quando il candidato indicato dalla destra era stato Storace. La destra ha invece manifestato il volto peggiore, quello della banda che vuole il controllo assoluto sulle istituzioni e sui media. Questa brutto atto di regime, per usare una espressione adoperata da Veltroni, sarà seguito da strappi ulteriori e dalla progressiva espulsione dal video dei temi e dei soggetti sociali sgraditi a cominciare dalle onde anomale e dalla Cgil .Chiunque finga di non vedere o di non sapere o è un cretino o è in assoluta e palese malafede.
Non si tratta di solidarizzare con Orlando e con Di Pietro, e comunque sarebbe doveroso, ma di solidarizzare con se stessi e con i valori racchiusi nell’Articolo 21 della Costituzione.
Antonio Di Pietro ha paragonato Berlusconi a Videla. Veltroni aveva parlato di deriva putiniana. Mi dispiace contraddirli, ma in questa materia il primato spetta sempre e comunque all’Italia. Un primato che Berlusconi ha brutalmente conquistato e che i suoi antagonisti non hanno potuto e spesso voluto contrastare davvero.

Giuseppe Giulietti



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