15.12.08 – Firenze, l’Università taglia i Lettori di lingue
Davvero: continuiamo a farci del male. E’ d’obbligo qui la citazione del nostro amico Nanni Moretti. La sua celebre battuta è richiamata alla memoria da una decisione dell’Università di Firenze che, c’è da giurarci, sarà presto imitata da altre sedi universitarie.
Non sarà colpa del Senato Accademico e tutta la responsabilità dovrà ricadere sulla finanziaria di Tremonti, ma intanto l’Università di Firenze ha deciso di eliminare gli insegnamenti linguisitici degli storici Lettorati alla Facoltà di Lettere.
Per chi non lo sapesse (e ha il diritto di non saperlo) i Lettori di lingue sono una figura poco conosciuta nel mondo ma preziosa nelle Facoltà di Lettere. Sono gli intermediari diretti tra gli studenti italiani (cui si aggiungono gli studenti europei dei corsi Erasmus) e le lingue che essi studiano. Accanto agli insegnanti di lingue straniere (aggettivo ormai stridente) i Lettori svolgono una essenziale attività di comunicazione, mediazione, dialogo: sono la voce vivente della loro lingua e, nella loro lingua, intrattengono colloqui di decisivo rilievo didattico con tutti gli studenti interessati.
Abolire i Lettorati significa interrompere un canale elementare di comunicazione tra le culture. A causa della decisione fiorentina scomparirebbero del tutto gli insegnamenti delle lingue croata, danese, ebraica, finlandese e polacca; e sarebbero ridimensionati gli insegnamenti di francese, portoghese, russo, spagnolo e tedesco. Ma lasciamo da parte queste lingue diffuse e strategiche. Immaginiamo che venga a mancare solo il bulgaro.
Montale disse o scrisse, una volta, che non poteva esistere un grande poeta bulgaro. La battuta non va presa in senso razzista. E’ semmai una performance vagamente futurista, un bon mot sulla bocca di un autore che, oltre la poesia, ha esercitato con una certa continuità anche il mestiere della critica letteraria. Ma insomma: mancasse anche solo il bulgaro e permanesse la carenza di grandi poeti in questa lingua, come può l’Università di Firenze non sfregiare così la fama internazionale della sua città?
Pochi spot pubblicitari (auto, detersivi, caffé) costano e rendono molto di più di quanto è necessario a mantenere il Lettorato di lingua croata. Perché il dialogo in una sola lingua deve essere interrotto mentre si sprecano soldi in emissioni unidirezionali di pubblicità?
L’Università è senza soldi, anche per sua stessa responsabilità, ma che senso ha chiudere anche un solo canale culturale?
Perché bisogna buttare miliardi nel buco Alitalia (e pagarli noi stessi con future tasse invisibili) e non mettere neanche gli spiccioli nella irrinunciabile manutenzione del colloquio tra i popoli?
L’economia tremontiana fa stringere la cinghia soprattutto alla cultura, alla ricerca, alla conoscenza.
Non rischiamo tutti, senza quasi accorgercene, di diventare selvaggi? Privi per di più della bontà originaria?
Pancho Pardi
Federazione Lavoratori della Conoscenza FLC-CGIL
COMUNICATO STAMPA: NO ALL’ELIMINAZIONE DEI LETTORATI DI SCAMBIO ALL’UNIVERSITA’ DI FIRENZE
Con una clamorosa decisione miope ed autolesionista l’Università di Firenze ha deciso di eliminare gli insegnamenti linguistici degli storici lettorati di scambio alla Facoltà di Lettere. In data 10 dicembre 2008 il Senato Accademico di Ateneo ha dato parere favorevole alla proposta di bilancio di previsione per il 2009 con l’ipotesi dell’“azzeramento” di tutti e dieci i lettorati di scambio a partire dall`a.a. 2009-10. Se dovesse passare questo taglio in bilancio, andrebbero a scomparire completamente l’insegnamento delle lingue croata, danese, ebraica, finlandese e polacca; e si verificherebbe una pesante riduzione nell’insegnamento di francese, portoghese, russo, spagnolo e tedesco. Così si rompono gli storici accordi culturali bilaterali internazionali che esistono a Firenze da decine di anni (p.es. spagnolo dal 1955, danese dal 1966) in contrasto palese con la dichiarata politica di “internazionalizzazione” dell’Ateneo.
Questi accordi rappresentano un prezioso patrimonio linguistico-culturale su cui i vari paesi hanno investito molto nel corso degli anni per potenziare l’insegnamento delle lingue e per favorire gli scambi culturali a beneficio delle giovani generazioni di studenti in questo paese. Sconcertante è il fatto che i rispettivi paesi firmatari degli accordi non siano stati neanche avvisati di questa decisione con la conseguenza che potrebbero essere messi a rischio i lettorati di lingua italiana all’estero, e le numerose borse di studio per gli studenti fiorentini. Verranno liquidate molteplici iniziative culturali anche con docenti e scrittori di rilievo dai paesi di origine, e l’eventuale copertura delle spese (p.es. di viaggio) per la partecipazione degli studenti fiorentini.
Insomma, la decisione sembra motivata da criteri puramente economicisti senza nessun riguardo agli aspetti linguistico-culturali della questione. Particolarmente grave appare la situazione degli studenti che avevano iniziato i loro studi in questi settori linguistici e che adesso potrebbero vedere negata la possibilità di concludere i loro studi laureandosi in queste lingue e letterature. Tutto ciò avviene senza nessuna interlocuzione con i docenti del Corso di Laurea in Lingue e della Facoltà di Lettere e Filosofia. Una scelta che porterà l’isolamento del nostro Ateneo nel contesto del mondo universitario europeo. Una scelta che mortifica l’immagine culturale del nostro Ateneo all’estero e che impoverisce la città di Firenze, definita dall’Accademia della Crusca “Piazza delle Lingue d’Europa” nel 2007. Una scelta, ribadiamo, autolesionista e miope che deve essere rettificata prima della messa in votazione del bilancio 2009 da parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Università di Firenze in data 17 dicembre 2008.
FLC-CGIL R.S.U.
Firenze Ateneo fiorentino
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