16 luglio 2008 – Pancho Pardi: Lettera aperta a Giuseppe Giulietti

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di Pancho Pardi

Caro Beppe,
leggo con vero dispiacere l’annuncio del tuo dissenso politico verso l’Italia dei Valori per la manifestazione di piazza Navona. Intervengo non per difesa d’ufficio di IdV, che non ne ha bisogno, ma perché con te ho in comune la condizione di partenza: nelle liste di questo partito siamo stati entrambi eletti come indipendenti. Non sei il solo ad aver espresso critiche e ho appena risposto a quelle di Nanni Moretti. La critica del regista era più severa della tua, ma di scarsa rilevanza per il partito, rivolta com’era direttamente a noi promotori. La tua è assai più contenuta nel significato e nei toni ma mostra la precisa intenzione di distinguerti dal partito.
Essa poggia su un unico argomento, almeno nella versione che ho letto sul Corriere. E cioè che la linea di IdV è di fatto rappresentata da Grillo. Questa è un’evidente forzatura. Tu dici: "Quando Di Pietro dice di condividere il senso politico delle cose dette da Grillo in piazza Navona individua un percorso politico del tutto diverso da quello di Articolo 21". Dunque d’ora in poi dovremo stare attenti: non si potrà più dire di essere d’accordo con qualcuno senza correre il rischio di apparire come chi lascia la guida politica al soggetto con cui si dice d’accordo.
Caro Beppe, essere d’accordo con qualcuno significa affermare un rapporto dualistico tra due soggetti, magari occasionale, forse temporaneo. Non significa annichilirsi come soggetto e consegnarsi alla volontà altrui.
L’orientamento politico di IdV non si misura dal grado di accordo provvisorio che può instaurarsi con qualche soggetto esterno in speciali condizioni. Deve essere valutato dall’insieme di un’azione politica complessiva, esercitata da una collettività composta da una varietà di soggetti attivi: sai bene come gli eletti di IdV provengano da esperienze diverse e siano anche portatori di punti di vista con vocazioni e interessi diversi. Tu stesso, in quanto eletto in quella lista, ne sei una prova. E sai anche che proprio la consapevolezza di questa pluralità è un fattore che rende interessante la costruzione di un cammino comune.
Può darsi che le platee sociali di IdV e di Grillo in parte coincidano, soprattutto sui molti temi in cui i cittadini si sentono espropriati della possibilità di influire sulle decisioni di rilievo pubblico. Ma qui salta subito agli occhi la differenza. Grillo è la voce sì capace di sfondare il muro della censura mediatica ma disinteressata a dare rappresentanza politica ai cittadini che ne sono privi, mentre IdV è un partito in costruzione e in evoluzione che di quei cittadini mira a costruire proprio una nuova rappresentanza politica. Di più: un partito che sa bene di dover intrattenere col vasto mondo del protagonismo civile un rapporto colloquiale, alla pari, senza presunzioni e mire annesionistiche. E proprio perciò ritiene di dover intrattenere rapporti con gli altri soggetti attivi in quel vasto mondo, senza per questo delegare loro la propria progettualità politica. Questa del resto è la ragione per cui persone come te e come me, non iscritte e indipendenti, hanno ritenuto di trovarvi l’ambiente adatto a proseguire le loro lotte anche all’interno delle assemblee elettive.
Caro Beppe, penso che i motivi che porti per spiegare una distinzione della tua associazione dal partito con cui sei stato eletto siano del tutto insufficienti a giustificare una separazione che qualche giornale dà già in atto. Al contrario, proprio le differenze e la specificità della tua vocazione rendono necessario e utile il tuo contributo a un’azione collettiva che sta trovando ora nuovi ascolti soprattutto nel mondo dei giovani.


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