16 ottobre, in piazza con la Fiom per disarcionare il Cavaliere dell’illegalità
don Raffaele Garofalo
La manifestazione del 16 ottobre dovrà vedere una massiccia partecipazione del popolo antiberlusconiano per rivendicare, in nome della democrazia, l’uscita di scena del sovrano. L’ della Hack, di Camilleri e di altri personaggi del mondo della scienza, della cultura e della politica, dovrà segnare una svolta di accelerazione in tale direzione. Berlusconi è diventato in questi anni il Cavaliere dell’illegalità. Nella fattoria degli animali del suo governo lui rappresenta il maiale Napoleone, l’animale più uguale degli altri, come da tanti è stato rilevato. Per molti anni siamo stati governati da un presidente che ha fatto uso di menzogne disarmanti.
Come abruzzese, animatore volontario nelle tende dei terremotati, posso smentire, tra le tante messe in scena di Berlusconi, quella della riapertura delle scuole che annunciava sui teleschermi da Poggio Picenze, qualche mese dopo il disastro. Era tutta una montatura. Le scuole nelle tendopoli sono state riattivate a fatica, successivamente, grazie al volontariato di docenti in pensione e alla collaborazione di insegnanti che offrivano il loro giorno libero, rispondendo all’appello accorato dei colleghi aquilani. Durante le incursioni all’Aquila del presidente e del consigliere del principe Gianni Letta, abbiamo vissuto in prima persona lo scarto enorme tra la propaganda dei mezzi di informazione e la realtà nuda e cruda tenuta avvedutamente nascosta.
Con altrettanta spregiudicatezza Berlusconi governa il Paese con la teatralità e il sorriso ingannatore di chi vuol vendere merce avariata. Lo fa, da quando è “sceso in campo”, con evidente inconcludenza, distribuendo morfina a larghe mani a persone in buona fede e privilegi calcolati ai suoi estimatori tutt’altro che interessati al bene del Paese quanto al proprio. Il suo modo di fare ha permeato inoltre tutti gli ambiti della società attentando ai valori fondamentali di una convivenza civile, sostituendoli con l’esaltazione dell’ arrivismo privo di scrupoli scrupoli, della menzogna senza pudore, della volgarità gratuita. Dalle sue emittenti l’uditorio ha imparato a battere le mani ad ogni minimo accenno di grossolanità e a sbadigliare ad ogni timido tentativo di ragionamento.
Il cavaliere non ama essere contraddetto, usa la frusta con chi lo critica, odia chi non lo ama. Ha illuso gli italiani proponendo loro il sogno della felicità e del benessere individuale e collettivo. Criticare la sua azione vuol dire essere diventati “comunisti”e di comunismo ora, lui e i suoi replicanti, raggiungendo il massimo del ridicolo, accusano uomini di destra come il presidente della Camera. Se il sogno del benessere per tutti non si è avverato in questi anni, naturalmente, lui afferma, è colpa della sinistra, della magistratura, dell’informazione, dei sindacati, degli operai che non seguono la ricetta Marchionne e non rinunciano ai diritti acquisiti in tanti anni di lotte. Si vuole ignorare che in questi anni la classe dirigente si è arricchita enormemente. E il Cavaliere ha fatto le sue grandi fortune, mentre il lavoro dipendente si è impoverito sempre di più. Il nuovo amministratore guadagna 435 volte lo stipendio di un operaio e ha tutta l’aria di incarnare la vecchia anima "padronale" ottocentesca. Qualche suo predecessore abbastanza illuminato privilegiava il rapporto di civile confronto tra dirigenza e maestranze, rifiutando di usare l’arma del ricatto anche nei momenti di maggiore difficoltà dell’azienda.
Cosa ha guadagnato in questi anni la maggioranza degli italiani che ha dato credito a Berlusconi? Le statistiche ci parlano di un debito pubblico cresciuto a dismisura, di una disoccupazione galoppante, di fabbriche che chiudono e di operai e impiegati che hanno perso oltre 5550 euro a testa in dieci anni. L’uomo del fare ha pensato solo al suo “particulare”, a come fare i suoi interessi, a come evitare i processi che incombono su di lui. Un suo amico di scalate finanziarie, Fedele Confalonieri, ha candidamente confessato che se Berlusconi non fosse entrato in politica, entrambi oggi vivrebbero sotto un ponte o albergherebbero in galera.
Tutti sanno che dei 5 punti che ha proposto al Parlamento, chiedendo il voto di fiducia, l’unico che veramente interessa al premier è quello che riguarda la giustizia. Il Cavaliere protegge se stesso e i suoi interessi economici e c’è solo da sperare, dopo la diaspora in atto nel suo partito, che anche molti dei suoi votanti lo abbiano capito in questi anni. L’avvocato Mills ha mentito in tribunale sulle società off shore gestite per conto di Berlusconi, scagionandolo con la sua falsa testimonianza. All Iberian è stato l’”affaire” torbido del successo del premier e sarebbe lungo l’elenco dei misfatti di un Cavaliere che meriterebbe, più di altri, di essere disarcionato, come scrive Travaglio. Per raggiungere al più presto tale scopo è necessario partecipare in molti alla manifestazione del 16 Ottobre a Roma.
(4 ottobre 2010)
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