16.02.09 – Per i clandestini nessuna “pietas cristiana”

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Non sappiamo se il papa Benedetto XVI sia stato avvertito, ma abbiamo le prove che il pericoloso germe del relativismo abbia messo robuste radici nei sotterranei del Vaticano, e non solo.

Non abbiamo dubbi che all’orecchio di “pietas cristiana” siano sicuramente arrivate le urla e le invettive scagliate dai cosiddetti politici cattolici contro il presidente Napolitano a proposito della drammatica vicenda di Eluana Englaro. Tra i più scatenati si è distinto, come sempre, il cattolicissimo re Silvio che ha impugnato la bandiera della difesa della vita e della famiglia (con raro sprezzo del ridicolo…) “se Eluana fosse stata mia figlia….” ha più volte sospirato il religiosissimo Silvio aggiungendo, con ispirazione tipicamente francescana: ”Ha anche le mestruazione potrebbe generare un figlio”. Parole queste che saranno sicuramente ricordate nei secoli come un raro e delicato esempio di “pietas cristiana”.
Non sono ovviamente mancati i cardinali e i vescovi che si sono commossi per queste celestiali parole. Peccato, tuttavia, che appena qualche ora prima il governo e la maggioranza avessero imposto una norma che obbligherà i medici a denunciare i malati clandestini. Molti di costoro non si faranno più curare, con tutte le conseguenze possibili e immaginabili.

La maggioranza del cattolicissimo re Silvio non ha avuto esitazione alcuna a far approvare una norma che recide proprio quelle radici cristiane dell’Europa tanto care al pontefice. Contro questa decisione si sono sentite le voci di tante comunità di base di tante associazioni laiche e cristiane di qualche vescovo, ma non si è certo sentito quel coro forte e possente che ha accompagnato tutta la vicenda di Eluana. Ci auguriamo che qualcuno voglia informare Benedetto XVI anche di questa pagina di storia italiana e che lui medesimo voglia promuovere una inchiesta per comprendere chi abbia diffuso i germi del relativismo nei sotterranei del Vaticano

Giuseppe Giulietti



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