17 luglio 2008 – Furio Colombo: Berlusconi, Barroso e le impronte razziste
di Furio Colombo
LA FRASE DEL GIORNO
“Il Presidente della Commissione Europea Barroso ha incontrato il Presidente Berlusconi e ha detto sì alle impronte digitali ai bambini Rom in Italia”.
Tg1, Tg2, Tg3, Gr1, Gr2, Gr3, 15 luglio
La frase è falsa. Barroso, con deliberata circospezione, non ha mai detto “sì”. La frase esatta è la seguente: “Valuteremo la compatibilità della decisione italiana con le norme comunitarie e con lo spirito europeo”. Come si vede, è una chiara presa di distanza dal decreto del governo italiano che prescrive il prelievo obbligato delle impronte digitali ai bambini Rom. Come è noto, circa la metà dei bambini Rom a cui saranno forzatamente prelevate le impronte sono italiani. Questo fatto chiarisce la natura odiosa e persecutoria del cosiddetto “Pacchetto sicurezza” perché, in violazione aperta della Costituzione italiana, separa e sottopone a misure vessatorie un gruppo di cittadini identificati in base alla loro cultura e alla loro storia.
La misura delle impronte digitali ai bambini è stata comunque definita “inumana, persecutoria, evidentemente razzista” dal Parlamento Europeo (10 luglio) con voto a grande maggioranza. Barroso non avrebbe dunque potuto dire “si” alle impronte digitali ai bambini smentendo il voto del Parlamento Europeo.
Molto benevolmente, con l’aria del buon padre di famiglia, (i suoi bambini sono già eredi di Mediaset e per la loro quota societaria basteranno le impronte del padre) Berlusconi ha spiegato che le impronte fanno bene ai bambini, li salvano dalla strada, li fanno amare, accudire e andare a scuola.
La scienza non si è ancora espressa sulla sensazionale scoperta della relazione impronte-felicità (solo nell’ambito della “razza Rom”).
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