17 luglio 2008 – Pancho Pardi: Bolzaneto, sentenza inadeguata

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di Pancho Pardi

La sentenza del processo per i fatti avvenuti nella caserma di Bolzaneto a Genova nel luglio 2001 ha espresso un giudizio minimalista.
Su quarantacinque imputati, trenta assolti e quindici condannati a pene lievi. Nessuno finirà in carcere e le riduzioni accumulate in anni di legislazione tutta a vantaggio degli imputati e priva di considerazione per le parti lese si sommeranno all’effetto retroattivo dell’indulto.
L’espressione "fatti" è a sua volta minimalista. Fu in realtà una brutale sospensione dei diritti costituzionali degli arrestati, in balia di prepotenze, violenze, danni fisici permanenti (denti persi sul pavimento), lacerazione di parti del corpo, minacce fin troppo credibili per l’abbandono in cui si trovavano le vittime, cui fu negato a lungo il contatto con gli avvocati. Un comportamento indegno da parte di agenti e medici, del tutto provato e documentato oltre ogni ragionevole dubbio, e infatti nemmeno negato dagli avvocati degli imputati.
A riprova che si può sperare che chi si macchiò di quelle azioni orrende non rappresenta la polizia, ricordo che il mensile "Polizia e democrazia", organo del sindacato affiliato alla Cgil, pubblicò subito un articolo con il titolo: "In due giorni è stato distrutto il lavoro di vent’anni".
A maggior ragione la sentenza è minimalista. La giustificherebbero ragioni obbiettive: soprattutto le difficoltà di provare caso per caso la responsabilità personale. Il giudice non può comminare condanne collettive per fatti di cui non è stato possibile identificare gli autori singoli. Ma pesa sul giudizio dell’opinione pubblica la consapevolezza che dal processo sono scomparsi rapidamente, o vi sono entrati solo di straforo, molti titolari della catena di comando. I quali eventualmente saranno salvati in modo definitivo se non sarà modificato il provvedimento sospendi-processi. Alla fine hanno pagato i bassi gradi.
Resta il fatto che secondo le vittime – lo hanno detto chiaramente – hanno pagato poco e in pochi. Pochi: molti meno di coloro che si macchiarono di atti indegni di chi doveva impersonare il ruolo di tutore dell’ordine e invece si abbandonò all’esercizio di un potere violento e senza limiti su persone e corpi inermi. Poco: per l’enormità anticostituzionale dei fatti giungono pene poco più che bagatellari.
I fatti della Diaz e di Bolzaneto erano il primo segno di un disprezzo per i principi costituzionali manifestato nei primi mesi del centrodestra al governo. Oggi, dopo sette anni, analogo disprezzo si esprime nella sequenza di leggi ad personam che l’anomalia italiana produce a passo di carica a proprio esclusivo vantaggio.


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