17.02.09 – Cda Rai, l’opposizione sta a guardare?

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Domani sera la commissione parlamentare di vigilanza dovrebbe eleggere sette dei nove consiglieri della Rai. Gli altri due saranno espressi dal governo come prevede la legge Gasparri.

Ci auguriamo che i prescelti siano tutte persone dotate una limpida biografia civile, culturale, professionale e che siano fieri amanti della Costituzione e dell’art.21.

Le premesse non fanno ben sperare. Berlusconi ha già annunciato che farà piazza pulita di quegli autori e di quei programmi che gli fanno venire l’ansia. Le opposizioni procedono in ordine sparso, non si è neppure pensato ad una riunione comune nella quale concordare una posizione condivisa. Mai come in questa occasione sarebbe stato opportuno promuovere una discussione pubblica, individuare delle rose, sottoporle ad una consultazione utilizzando tutti gli strumenti possibili. Mai come in questa occasione sarebbe stato giusto e utile politicamente mettere a disposizione delle migliori energie del giornalismo, dell’arte, del cinema, dell’audiovisivo, le presenze nel consiglio di amministrazione.

A quanto sembra avranno ancora una volta la meglio i vecchi schemi. Ne beneficerà Berlusconi, ne pagheranno le conseguenze quanti ancora credono nello stato di diritto e hanno orrore per la costruenda repubblica presidenziale a reti unificate.

Come se non bastasse il rito si compirà ad una settimana di distanza dalla attesa sentenza della Corte Costituzionale che il prossimo 28 febbraio dovrà pronunciarsi sul ricorso, presentato proprio dalla passata commissione di vigilanza, in relazione alla destituzione del consigliere Petroni destituito dal ministro Padoa Schioppa per interruzione del rapporto fiduciario tra il governo e il consigliere che era stato indicato dal ministero del tesoro. Non sappiamo cosa deciderà la Corte, ma potrebbe persino scaturire che i governi non possono né revocare né nominare, sollecitando il parlamento a modificare, almeno in parte, la legge Gasparri.

Un parlamento che ha modificato in due ore la legge elettorale per le europee, non dovrebbe avere difficoltà a cambiare in mezz’ora la fonte di nomina del consiglio di amministrazione della Rai.

Che Berlusconi voglia fare tutto e subito ci è chiarissimo, perché non si possa contrastare con energia e con spirito unitario, ci resta oscuro, anzi oscurissimo.

Giuseppe Giulietti



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