19 giugno 2008 – Pancho Pardi: “Un paese minacciato”

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di Pancho Pardi

C’è un paese, dove nell’arco di una sola giornata un ramo del parlamento può salvare il premier e il capo dei servizi segreti da processi che li vedono imputati per reati di corruzione il primo, e per aver avvallato il pestaggio disumano di centinaia di manifestanti il secondo; e approvare il dispiegamento di 3.000 soldati armati nelle città. Per farlo, deve sospendere migliaia e migliaia di processi, le cui parti lese sono condannate a non avere mai giustizia.
Nello stesso paese, il consiglio dei ministri ha appena sfornato un disegno di legge che toglierà la parola ai giornalisti, costringerà i magistrati a non parlare delle loro inchieste, e punirà col carcere coloro i quali non si adegueranno. Il silenzio scenderà sulle pratiche oscure dei faccendieri e del potere.
Esiste un paese che picchia manifestanti pacifici, anziani e donne, che si oppongono alla costruzione di una discarica dentro un centro abitato e accanto a un ospedale. E la maggioranza in parlamento chiede loro il risarcimento per le spese che lo stato deve affrontare per togliere le sostanze tossiche che quotidianamente li avvelenano.
In quel paese, le minoranze più deboli vengono sgomberate e additate come pericolo per la sicurezza, mentre i ricchi festeggiano opulenti matrimoni sotto i flash festosi dei giornali compiacenti.
In questo paese, l’opposizione cerca ancora il dialogo, ma la maggioranza pratica il monologo, con qualche rara concessione occasionale.
Se fosse il nostro paese ci fideremmo di chi tiene il coltello dalla parte del manico?



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