18.05.09 – Libertà di stampa in Italia, l’allarme dei giornalisti europei
La lista degli invidiosi si allunga, questa volta nell’elenco di quelli che non vogliono entare nella corte dell’imperatore sono terminati i giornalisti del sindacato europeo che, riuniti a Varna in Bulgaria, hanno pensato bene di mettere sotto osservazione l’Italia e di votare due mozioni dedicate al conflitto di interessi, al polo Raiset, alle riunioni in casa del proprietario di Mediaset per decidere le nomine del servizio pubblico, ed ancora alla prossima legge sulle intercettazioni. Non contenti si sono persino permessi di ribadire che ai giornalisti spetta il compito di fare le domande scomode e non quello di inginocchiarsi di fronte agli imperatori o presunti tali. Così dopo la Freedom House, la grande agenzia liberale americana, anche il sindacato europeo dei giornalisti ha deciso di far sentire la sua voce a sostegno della federazione della stampa italiana e ha annunciato che sosterrà tutte le iniziative che saranno intraprese in sede comunitaria e nazionale. Dal momento che proprio da questo sito, con il , e poi da Articolo21, era partita una forte solecitazione nei confronti del giornalismo e delle sue organizzazioni, ci sembra giusto riportare integralmente i testi delle due mozioni:
Mozione urgente sul diritto di cronaca
Il Meeting annuale della Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) che si tiene a Varna, in Bulgaria, dal 15 al 17 maggio 2009
considerando che tra pochi giorni il Parlamento italiano deciderà una nuova regolamentazione delle intercettazioni;
considerando che queste nuove regole vogliono impedire per anni (fino all’inizio dei processi) l’esercizio del diritto di cronaca nelle vicende giudiziarie, così colpendo seriamente il diritto e il dovere dei giornalisti di fornire notizie e il diritto della pubblica opinione ad essere informata;
considerando che il disegno di legge prevede condanne al carcere per i giornalisti e pesanti multe per gli editori;
considerando che la Corte Europea di Giustizia ha ripetutamente attestato l’importanza del diritto di cronaca;
sostiene la campagna del sindacato italiano in favore di una legge che difenda al tempo stesso il diritto alla riservatezza delle persone coinvolte nelle vicende giudiziarie e il diritto della pubblica opinione a conoscere eventi che sono socialmente rilevanti e di pubblico interesse;
riafferma che la democrazia non può funzionare se governi e parlamenti evitano di creare le condizioni legali e regolamentari che permettono ai giornalisti di lavorare liberamente.
(approvata con 4 astensioni)
Mozione urgente sulle pressioni del governo italiano contro il giornalismo
Il Meetign annuale della Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ), che si tiene a Varna, in Bulgaria, dal 15 al 17 maggio 2009
considerando recenti rapporti sulla libertà d’informazione in Europa
esprime preoccupazione per i continui attacchi del governo italiano all’autonomia dei giornalisti. Negli ultimi giorni il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha rigettato le domande connesse all’impatto del suo divorzio sulla gestione della cosa pubblica, accusando un giornale ed il suo editore di “invidia e odio”. In questi stessi giorni, il servizio radiotelevisivo pubblico sta per nominare i nuovi direttori di testate e reti, ed il governo sta esercitando un’influenza esorbitante: il tema è stato esaminato dai leader politici della maggioranza nella residenza privata di Berlusconi, che è anche il proprietario della televisione privata in competizione con il servizio pubblico;
riafferma che il conflitto d’interesse è una seria e pericolosa limitazione all’indipendenza del giornalismo;
sostiene il sindacato italiano nella sua lotta contro questa indebita concentrazione di potere politico e mediatico.
(approvata all’unanimità)
Queste mozioni sono anche il frutto del prezioso lavoro svolto dal presidente e dal segretario della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi.
Nelle stesso ore, in Italia, il presidente imperatore si scagliava invece contro i media ritenuti resposabili, in combutta con le opposizioni, di aver diffuso i germi della crisi economica e sociale che sta travagliando anche l’Italia. Sembra solo una frase demenziale, in realtà è il preannuncio del colpo di mano che i berlusconiani stanno preparando per mettere sotto controllo tutta la Rai ed espellere dal video chi ancora si ostina a raccontare la realtà e fare le domande.
Tra qualche giorno le mozioni e i documenti non basteranno più, bisognerà cominciare a pensare a qualcosa di più eclatante e di più clamoroso per impedire il definitivo svuotamento dell’Art21 della Costituzione. Se e quando, per esempio, il governo dovesse decidere di porre la fiducia sulla legge bavaglio a proposito di intercettazioni sarà davvero il caso di promuovere una grande campagna a favore della obiezione di coscienza contro una legge che si propone di eliminare il diritto di cronaca. In quel momento ciascuno di noi dovrà schierarsi e non dovranno essere consentite distrazioni, omissioni, fughe dal proprio dovere politico, civile, profesionale.
Giuseppe Giulietti
(18 maggio 2009)
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