19.01.09 – Il nuovo editto bulgaro di Berlusconi

MicroMega

“Questa tv pubblica è indegna di un paese civile..”, se la frase avesse compreso anche la tv privata, forse sarebbe stato persino possibile avviare un dialogo con l’interlocutore del quale, per il momento, non sveliamo il nome.
Contro chi e contro cosa si scagliava l’incazzato anonimo? Forse era indignato per i troppo quiz milionari che rappresentano uno schiaffo alle povertà, forse era sconvolto dall’ultima puntata dei grandi fratelli o delle piccole sorelle, forse era disgustato dall’ultima apparizione televisiva di Moggi o di Licio Gelli, può darsi che non sopportasse le tante censure che stanno condizionando l’informazione da Gaza e su Gaza, oppure poteva aver casualmente letto i verbali delle intercettazioni tra il presidente del consiglio e alcuni dirigenti della Rai.
Una simile lettura avrebbe consigliato qualcosa più del disgusto e del giudizio d’indegnità. Nulla di tutto questo l’incazzato ignoto era ed è il medesimo Silvio Berlusconi questa volta in versione editto bulgaro bis. La sua esternazione non ha nulla a che vedere con i tanti programmi ignobili che effettivamente vanno in onda, molti dei quali trasmessi dalle reti di sua proprietà. A Berlusconi non viene neppure in mente di proporre una riforma dei media e delle tv, non ha intenzione alcuna di liberare la tv dai tanti programmi spazzatura, più modestamente la sua esternazione è tutta mirata a chiedere la testa di Santoro, dei Travaglio e di quei rompiscatole che ancora osano dare un diritto di rappresentazione a quei soggetti politici e sociali altrove letteralmente cancellati. Non si discute il diritto a criticare, anche aspramente una qualsiasi trasmissione ed un singolo conduttore. Ci mancherebbe altro! Sarebbe ora e tempo di aprire una seria discussione sui modelli televisivi prevalenti nel pubblico e nel privato.
Nel caso in questione, tuttavia siamo in presenza solo e soltanto della ennesima variante dell’editto bulgaro.
Gli stessi che ora puntano il dito contro Annozero hanno taciuto di fronte alle liste di proscrizione e alle tante censure e omissioni di questi anni e persino di questi giorni. Come definire il silenzio che ha circondato la “la fucilazione mediatica del giudice Caselli? Cosa dire dell’esibizione di Luciano Moggi, appena condannato dal tribunale? Le medesime autorità istituzionali che hanno tuonato contro Annozero hanno, invece, taciuto su Eluana Englaro e sulla decisione del governo di sospendere la applicazione di una sentenza. Il loro amore per la verità e per la legalità, evidentemente, non va oltre la richiesta di misure disciplinari contro una sola trasmissione giornalistica.
In queste ore, anche nel mondo giornalistico e politico, molti già si fregano le mani, sperando che finalmente sia data una bella lezione a Michele Santoro e alla sua squadra. Presto molto presto, scopriranno che il nuovo editto bulgaro non si fermerà qui. Da mesi il presidente del consiglio, il fido Dell’Utri, il fidatissimo sottosegretario Romani, l’antico maestro Licio Gelli, scrivono e ripetono che la Rai dovrà essere pulita da ogni presenza sgradita. Nell’ordine hanno bersagliato Santoro, Travaglio, Fabio Fazio, Carlo Lucarelli, i comici, gli autori di satira, Blob, il commissario Montalbano, Milena Gabanelli, il TG3, i conduttori e le conduttrici del TG3 definite troppo “dark“, tutta Rai 3 e persino alcune trasmissioni di Mediaset, troppo sensibili alla cronaca sociale. Il medesimo Silvio Berlusconi ha chiesto che dalle trasmissioni siano espulsi quei temi che potrebbero generare ansia: le povertà, il malessere sociale, gli sbarchi sulle isole, il puntuale ripetersi di questi casi di cronaca nera che, durante le scorse elezioni, rappresentarono il piatto forte della propaganda della destra.
Quello che oggi se la ridono, scopriranno presto, molto presto che, per parafrasare De Andrè, anche se si credono assolti saranno inevitabilmente coinvolti.

Giuseppe Giulietti



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