19.11.08 – Tv, chi garantisce il diritto di replica?

MicroMega

Non vorrei disturbare i sonni della mitica autorità di garanzia per le comunicazioni, ma mi piacerebbe conoscere quali siano o dovrebbero essere le regole che presiedono ad una corretta applicazione del cosiddetto diritto di replica.

Nello specifico ci riferiamo a quanto è accaduto nell’ultima trasmissione di Ballarò, quando, e non è la prima volta, il presidente editore ha pensato bene di intervenire telefonicamente e di scatenarsi nel consueto spettacolino contro la Cgil e contro Di Pietro. Epifani, chiamato simpaticamente”dittatore”, ha potuto almeno replicare.

Di Pietro non era presente e così ha dovuto subire l’aggressione mediatica. Il presidente editore urlava che era costretto a rispondere per le rime a Tonino perché questi gli aveva dato del "corruttore politico" nel corso di una conferenza stampa.

Esaminiamo la vicenda nel merito e nel metodo. Nel merito il ministro Bossi ha detto e scritto cose assai più gravi di quelle di Di Pietro.

Parole ben più gravi, per altro, erano state pronunciate da Gasparri contro Veltroni e re Silvio si era ben guardato dal prendere le distanze, anche solo per finta.

Sulla corruzione in senso proprio si pronunceranno altri. Sulla corruzione della lingua e dei comportamenti mediatici non vi è dubbio alcuno che Berlusconi sia l’indiscusso protagonista.

Nel metodo non esiste proporzione alcuna tra le parole pronunciare da Di Pietro in un sala della camera dei deputati e gli insulti vomitati in diretta tv e ulteriormente amplificati dalle tv di famiglia.

A questo punto torniamo alla domanda di partenza: chi garantirà il diritto di replica, nella stessa ora, nello stesso spazio, con le stese modalità e senza possibilità di replica? Se e quando altri saranno insultati, potranno replicare anche in diretta telefonica?

Bene ha fatto Floris a registrare lo sfogo del presidente del consiglio. Era una notizia e qualunque giornalista l’avrebbe trasmessa. A parti rovesciate sarà consentito anche ad altri di tutelare la propria onorabilità?

Non si tratta di una questione di parte, ma di una delicata questione di ordine generale.
Nei prossimi giorni si scatenerà un vera e proprio offensiva per espellere dalla tv pubblica i temi e i soggetti sociali sgraditi, quelli che fanno venire la ansia a Berlusconi. Nei confronti degli studenti, delle loro onde, degli scioperi della Cgil, tanto per fare qualche esempio, è già in atto una campagna di diffamazione e di oscuramento. Nei loro confronti sono fioccati insulti di ogni tipo "fannulloni, imbecilli, violenti, terroristi…", nella stragrande maggioranza dei casi non è stato garantito loro il diritto alla replica, tanto meno telefonica.

Per queste ragioni ci farebbe piacere se, come, dove e quando, a giudizio della Autorità, il diritto di replica debba essere applicato e in quali forme.

Già che ci siamo ci farebbe tanto piacere se la medesima autorità volesse, di tanto in tanto, dare una occhiata ad alcuni canali privati dove quotidianamente viene praticata la caccia agli oppositori con toni che non sarebbero possibili in alcun paese civile, e forse neppure in quelli che, a torto, continuiamo a chiamare incivili…

Giuseppe Giulietti



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