20.11.08 – Villari e il polo unico Rainvest

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Riccardo Villari non si è dimesso. Il problema, dunque, non era Leoluca Orlando e il suo presunto estremismo. Quello che si sta dispiegando è un disegno che punta a spaccare le opposizioni, a mettere in discussione Veltroni e a favorire la costruzione del polo unico Rainvest.

Nei giorni scorsi Villari aveva legato le sue dimissioni alla ricerca di una soluzione condivisa. Questa soluzione sembrava trovata attorno al nome di Sergio Zavoli. Persino Berlusconi si era premurato di esternare il suo assenso regale. Contestualmente il suo servizio d’ordine si sgolava e si sperticava in lodi verso il presidente della vigilanza, descritto come uno strenuo difensore della Costituzione,quasi un erede dei fratelli Rosselli, di Matteotti, di Antonio Gramsci.

E’ mai pensabile che il capo supremo sia stato sconfessato dai suoi sottoposti? Si può ragionevolmente credere a un Berlusconi messo in minoranza? Evidentemente no!

Per comprendere il disegno berlusconiano bisogna sempre prestare attenzione alla sue esternazioni, anche a quelle che sembrano più strampalate. Esattamente il giorno precedente alla nomina di Villari il presidente editore annunciò l’intenzione di prendersi la vigilanza e di procedere, subito dopo, alla espulsione dalla Rai di quegli autori e di quei programmi che gli fanno venire l’ansia. Questo aveva in mente e questo farà.

Villari resterà il tempo necessario a definire gli organigrammi futuri e a ricattare il centro sinistra, in particolare il PD.

Questo disegno deve essere contrastato con intelligenza, spirito unitario, e durezza. In primo luogo va esplicitato il venir meno di qualsiasi legame tra Villari e il centro sinistra.

Deve essere chiaro che il presidente in carica è la espressione piena della attuale maggioranza. La sua permanenza, legittima dal punto di vista regolamentare, rappresenta la rottura di un patto che era stato, sin qui, garantito dai presidenti delle Camere. La rottura di un patto deve comportare non solo la denuncia pubblica, ma anche una conseguente azione parlamentare, sino al ritiro temporaneo di tutti i commissari dalla vigilanza

In questi giorni si sta consumando una aggressione, senza precedenti, alla autonomia delle opposizioni. Far finta di nulla, scambiarsi pizzini, solidarizzare con il povero Riccardo, sono altrettanti segni di debolezza, di subalternità, di cecità di fronte ad un attacco che non è rivolto contro un manipolo di estremisti, ma contro chiunque non intenda piegare il capo di fronte ad un sostanziale stravolgimento dei principi costituzionali.

Questo è uno dei casi nei quali non è possibile voltare pagina e procedere oltre.
Il veto contro Orlando e Di Pietro è ora diventato un voto e un veto contro Zavoli e Veltroni.
Chi oggi, anche nel centro sinistra, sghignazza e se la ride, scoprirà presto che lo stesso trattamento sarà riservato a tutti, moderati o radicali che siano e persino a qualche amico di Berlusconi, quando oserà manifestare il più tiepido dei dissensi.

Giuseppe Giulietti



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