22 giugno 2008 – Pancho Pardi: L’urgenza di manifestare subito. Una lettera a l’Unità

MicroMega

di Pancho Pardi

Caro Direttore,
in pochi giorni la maggioranza ha reso sempre più chiare le sue vere intenzioni. Nel decreto legge sulla sicurezza, con grave sgarbo verso il Quirinale, ha introdotto a sorpresa una misura per sospendere i processi per reati cosiddetti di minore allarme sociale. Individuati in modo da farvi rientrare il processo Mills, in cui il presidente del consiglio è imputato di corruzione in affari giudiziari. Così, per salvarlo si danneggiano decine di migliaia di parti lese, cui verrà negata giustizia. E’ poi annunciato un disegno di legge sulle intercettazioni che ne restringerà all’estremo l’uso ai magistrati e impedirà ai giornalisti di parlarne: un plumbeo silenzio coatto. Ed è alle porte un nuovo tentativo di dare protezione definitiva al capo del governo, dissimulata con l’ampliamento del beneficio non solo alle cinque alte cariche dello stato ma anche ai giudici costituzionali. E’ evidente l’ipocrisia della misura: solo una carica, solo una persona ne ha davvero bisogno. Non solo, Berlusconi pretende che la protezione dai processi si allunghi oltre il suo quinquennio al governo per avere la possibilità di candidarsi anche al Quirinale: convinzione che è il più esplicito commento all’impossibilità delle sue aspirazioni.
Insomma, leggi con larghi profili di incostituzionalità marciano a passo di carica in Parlamento. Ora, tra giugno e luglio, non fra tre o quattro mesi. L’esigenza di promuovere un’iniziativa pubblica tempestiva in cui opposizione parlamentare e libera cittadinanza possano esprimere la loro visione alternativa delle cose era stata espressa in una lettera aperta che Furio Colombo, Beppe Giulietti e chi scrive avevano rivolto, tramite MicroMega on line, ai leader dei due partiti di opposizione. Di Pietro ha aderito subito. Dopo qualche giorno di riflessione Veltroni ha preferito indicare la prospettiva di una grande manifestazione in autunno.
Ora è molto probabile che anche in autunno la maggioranza proponga leggi che non ci piaceranno, ma quelle in questione sono in aula e in commissione adesso, in questi giorni. Sono già in parte andate al voto e presto vi andranno tutte. Come ha già osservato Flores d’Arcais ieri l’altro su queste pagine, è immaginabile protestare in autunno per leggi approvate all’inizio d’estate?
Né il rinvio della manifestazione può essere motivato con la consapevolezza che purtroppo la maggioranza ha i numeri per far passare qualsiasi cosa. Da questa obbiettiva condizione di inferiorità non si può uscire rinunciando all’espressione tempestiva del proprio pensiero. I numeri la maggioranza li avrà anche in autunno. E proprio perché li ha, e li avrà, chi non è d’accordo ha il diritto e anche il dovere di manifestarlo.
La pesantezza delle sconfitte subite è cocente e deve produrre un generale ripensamento da parte nostra, ma non può indurci a riconoscere nell’avversario meriti superiori all’entità temibile della sua forza attuale. Ricavata peraltro da una legge elettorale che ha distorto in profondità il rapporto tra voto popolare e rappresentanza politica, negata a quasi due milioni di cittadini di sinistra. In ogni caso la vittoria elettorale non scioglie il presidente del consiglio dai vincoli della legge, né potrà mai essere un condono tombale sulle sue numerose vicende giudiziarie, da cui è uscito più volte forzando la legge a proprio esclusivo vantaggio, né tantomeno sul suo mai risolto conflitto d’interessi, mostruosità ignota in tutto l’universo democratico.
Come sarà possibile discutere di riforme istituzionali con chi è abituato a trasformare in diritto solo la propria forza ed è pronto a brandirla con virulenza contro la magistratura? Con chi ha il controllo dei principali mezzi d’informazione e fa passare attraverso di essi solo la propria voce e riduce a caricatura la voce degli altri? E che senso ha pensare a riforme istituzionali incardinate sul rafforzamento del potere esecutivo senza curarsi della possibilità che quel potere rafforzato finisca nelle mani di chi ha già il controllo personale di mezzi extraistituzionali negati a tutti gli altri competitori?
L’opposizione ha appena cominciato la difficile via della propria rinascita. Non può pensare di fare anche un solo miglio di strada senza la discussione continua con la propria gente, delusa ma non scoraggiata. E’ urgente la ripresa di un contatto diretto tra l’opposizione parlamentare e tutti coloro che, molti o pochi, non vogliono rinunciare al protagonismo civile. La censura alle intercettazioni e il nuovo Lodo Schifani sono alle porte. Prepariamoci tutti per una manifestazione a brevissima scadenza, entro non più di due settimane. Ogni ritardo è incoraggiamento alla rinuncia.


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