22.09.08 – Il Ministro Unico
Una sola persona domina la scena politica italiana, e si vede nel mondo come il volto italiano. E’ Silvio Berlusconi, e per questo forse Carlo De Benedetti ha annunciato, nel suo intervento all’Aspen Insitute (17 settembre): “Non contiamo più nulla nel mondo, e come se l’Italia non esistesse”. Subentra, alla sarcastica definizione dell’Italia come “espressione geografica”, quella, altrettanto sarcastica, della “Italia come espressione di Berlusconi”.
E’ la stessa Italia che è stata clamorosamente fischiata a Brusselles, al summit della Ue sui Rom, quando la sottosegretaria Eugenia Roccella, con un goffo tentativo di difesa delle fascistoidi norme italiane sui bambini nomadi, ha svelato l’imbroglio Maroni, cioè avere inviato ai commissari europei norme diverse e un po’ più civili di quelle effettivamente applicate per i raid notturni nei campi rom italiani.
Come vedete, sto accusando Berlusconi di essere la figura dominante e totalitaria della vita politica di un’Italia allo stesso tempo pericolosa e irrilevante. E’ un ventriloquo per i suoi ministri o il contrario, in una situazione parlamentare umiliata e quasi disattivata, dove Fini non nasconde di annoiarsi, quando presiede la Camera. E Schifani resta sotto lo spot dei cameramen il più lungo possibile (e si impossessa persino delle celebrazioni di Bruno Trentin), tanto, come Presidente del Senato, non ha molto da fare. E il Ministro degli Esteri si presenta alle Camere e ri-legge dai giornali, con voce stentorea, con l’aria di dare un annuncio, gli eventi su cui avrebbe dovuto informare e agire settimane prima.
Ma a questo punto mi sono già collocato al di fuori della tolleranza zero di Realacci. Chi è Realacci? E’ uno del Pd di cui si dice: “E’ il più stretto collaboratore di Veltroni”. Se è vero (ma il fatto non corrisponde in nulla a tutto ciò che sapevamo di Veltroni da segretario Ds, autore e sindaco), abbiamo scoperto l’origine di tutto.
Sappiamo perché il Partito Democratico, immobile, guarda avanti e indietro con indecisa incertezza. Sappiamo perché è inviperito se la gente spontaneamente va in piazza e, quasi contestualmente, chiama tutti in piazza. Sappiamo perché vuol salvare l’Italia ma non ci dice da chi. Sappiamo chi è l’autore della celebre, indimenticabile frase (Tg3, 16 settembre): “L’opposizione di Di Pietro è il sogno di Berlusconi”. Come dire, che più lo accusi e più il Ministro Unico (come il maestro della Gelmini) è contento. E più ammorbidisci i toni e chiedi il colloquio e più lui si infuria.
E’ una teoria sulla Opposizione unica al mondo. Non corrisponde, in Italia o altrove, a fatti e persone realmente esistiti. Non sarà possibile farlo entrare (troppo ermetico) nei libri di Storia. Al momento, con La Russa, Alemanno, Brunetta, è la vita italiana.
Furio Colombo
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