23 luglio 2008 – Pancho Pardi: Approvato il Diktat Berlusconi

MicroMega

di Pancho Pardi

E’ passato ieri in Senato il Lodo Alfano, ovvero il Diktat Berlusconi. Mentre il padrone della maggioranza stava in villa al mare, veniva approvata definitivamente la protezione per tutta la durata della legislatura dalle vicende giudiziarie che lo riguardano. Vengono protettte anche le tre alte cariche dello stato, ma Presidente della Repubblica e Presidenti delle Camere non ne hanno alcun bisogno.
Per ottenere questo risultato, il disegno di legge in questione ha costretto per il tempo utile sul binario morto il precedente decreto legge detto "pacchetto sicurezza". Questo, motivato da ragioni di necessità e urgenza, formula di rito, avrebbe dovuto procedere con maggiore speditezza. Ma è stato messo da parte per far arrivare prima il disegno di legge Alfano.
Approvato questo, la maggioranza ha fatto il gesto di togliere dal decreto gli emendamenti, aggiunti peraltro solo dopo che Napolitano l’aveva firmato (sgarbo istituzionale), con cui si presentava il primo tentativo di sottrarre Berlusconi al processo Mills. Ma non per questo il decreto è migliorato.
Il limite per la sospensione dei processi considerati meno importanti è stato protratto dal giugno 2002 al maggio 2006. Si allunga la fila di processi per furto, usura, violenza privata, corruzione eccetera che andranno incontro a prevedibile evanescenza.
Di più: è stata introdotta la misura di riapertura dei termini per il patteggiamento che produrrà conseguenze per ora incalcolabili. Secondo la stima di uno studio commissionato dal Sole 24 ore, nel solo 2005 saranno 250.000 i processi sospesi per 18 mesi. E’ facile prevedere che molti di essi non riprenderanno, altri andranno in prescrizione. Decine di migliaia di parti lese non avranno giustizia.
La maggioranza sostiene che con questi due capolavori si svelenerà il rapporto tra le opposte parti politiche perché la giustizia non turberà più i sonni del presidente del consiglio. L’opposizione dovrà invece vegliare perché queste due misure combinate sono solo l’inizio della soluzione finale: la separazione delle carriere e la sottomissione della pubblica accusa ai voleri dell’esecutivo.
Non è una prospettiva avveniristica. Succede già oggi che l’esecutivo sottometta abitualmente il legislativo. Si sta attrezzando per mettere le grinfie sul giudiziario.
Quindi tutti attenti.


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