23.02.09 – Fermiamo la legge ammazza notizie e processi
Sabato scorso abbiamo aderito come associazione Articolo21 alla giornata contro l’oscurantismo indetta da. Micromega. E’ stata una grande giornata civile dedicata ai valori racchiusi nella carta costituzionale. Tra questi valori brillano o meglio brillavano quelli contenuti nell’Art21 della Costituzione, oggi più che mai minacciati dal conflitto di interessi, dalla prossima conquista integrale della Rai, dalla formazione di un polo unico e dalla prossima approvazione della legge bavaglio. Per queste ragioni, abbiamo deciso di aderire anche alla iniziativa contro la legge ammazza notizie e processi, promossa meritoriamente dalla Federazione della Stampa, dall’Ordine dei Giornalisti, dall’Unione dei Cronisti e che si svolgerà domattina a Roma nella sede del sindacato dei giornalisti. Altri, con bel altra competenza, hanno già descritto su questo spazio le conseguenze nefaste per le libertà individuali e collettive che potrebbero derivare dalla approvazione di un simile provvedimento.
I magistrati hanno addirittura e in modo paradossale chiesto la soppressione totale delle intercettazioni. Il Csm, a larghissima maggioranza, ha parlato di un provvedimento in contrasto con l’Art 21. Quasi tutti i costituzionalisti hanno fatto sentire la loro voce.
Editori e cronisti, per una volta uniti, hanno definito la norma una pietra tombale sul diritto di cronaca. La maggioranza medesima fa finta di voler arretrare e pensa di eliminare il carcere per i cronisti. Si tratta del classico specchietto per le allodole, il carcere è una finta minaccia.
Nel provvedimento infatti, si configura qualcosa di più grave e che potremmo definire un vero e proprio sequestro della notizia. Nel testo si arriva addirittura a proibire la pubblicazione degli atti non secretati e dunque pubblici, sino all’apertura del dibattimento.
I cronisti non potranno più scrivere e ai cittadini verrà negato il diritto alla informazione anche su quei delitti che hanno uno stretto legame con la loro vita e con il rischio che sia inquinata da truffe e delitti di ogni sorta.
Altro che ronde padane, con queste norme i delinquenti godranno della impunità e del silenzio. Le intercettazioni saranno rese impossibili e ai giornali sarà impedito di dare persino notizia dei processi. Neppure nella Russia dell’amico Putin si è mai arrivati a tanto.
Meglio un stupratore protetto dalla oscurità che un amico sottoposto ai controlli di legalità.
Si tratta per altro non solo di norme oscurantiste e illiberali, ma anche idiote e inefficaci.
Questa impostazione “giustizialista e repressiva” non produrrà beneficio alcuno. Si moltiplicheranno i ricorsi, gli esposti, il materiale, persino quello secretato, uscirà comunque. Uscirà sui siti domiciliati all’estero, uscirà sui canali satellitari, uscirà sui blog e se dovesse essere l’unica possibilità rimasta lo faremo uscire sui muri o sulle lenzuola stese nei vicoli.
Qualche corrotto invece di consegnare la documentazione al suo direttore o al suo editore, ne farà un traffico clandestino, lo userà per ricattare e per corrompere, usanza per altro assai diffusa anche nei palazzi del potere (per informazioni chiedere all’avvocato Mills).
Per queste ragioni ci saremo anche noi di Articolo21, guidati da Federico Orlando, martedì mattina nella sede della FNSI e proporremo di organizzare da subito un comitato di giuristi e di legali che abbia l’incarico di sollevare la questione ovunque e di elaborare tutte le opportune contromisure per respingere una norma che andrà disattivata ricorrendo a tutte le forme di lotta e di obiezione possibili. In questa direzione ci affideremo, come sempre, alla competenza professionale e alla passione civile dell’avvocato D’Amati.
La legge istitutiva dell’ordine, che almeno in questo caso, potrebbe rivelarsi utile,impone al giornalista di privilegiare sempre e comunque il diritto del lettore ad essere informato.
I cronisti che avranno il coraggio di continuare a fare il loro mestiere avranno bisogno di tutto il nostro sostegno, della solidarietà attiva e operante di tutte le associazioni del settore.
Siamo davvero in presenza di una emergenza democratica, per queste ragioni lavoreremo per costruire un ampio fronte unitario che, almeno per una volta, abbia più a cuore le gli interessi generali che non le percentuali di voto che ciascun partito porterà a casa alle prossime elezioni.
(23 febbraio 2009)
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