23.11.08 – Nuovo Pdl garantito fascista senza post fascisti

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Da buon venditore Silvio Berlusconi si è presentato il 21 novembre alla “Convention” dei distributori del suo prodotto, detti anche deputati e senatori, e con un breve, allegro discorso, tipico della “cultura del fare”, ha presentato il nuovo prodotto. Nuovo il nome, “Popolo della libertà”, esclusiva invenzione del fondatore, nel famoso “discorso del predellino”. (La legenda vuole che sia salito sul predellino di un’auto in una fase storica in cui le auto non hanno più predellino).

Nuovi gli ingredienti, ma – come per la coca cola – il capo azienda non li ha rivelati. Si arrangino rivali e concorrenti a immaginare come si ottiene una formula talmente vincente. Si sa solo che se il vecchio prodotto, noto sul mercato per ben 15 anni come “Forza Italia”, è stato capace, sia pure con sacrificio e fatica, di smacchiare l’Italia del comunismo, il nuovo sarà anche più efficace e rapido. Pare infatti (ma sono voci, la formula resta segreta) che il “ nuovo” sarà anche più depurato del “vecchio” da ogni traccia di democrazia.

Non si fanno dibattiti, mozioni, congressi o elezioni interne di qualunque tipo e livello. In una forza vendita, si punta tutto sul prodotto, il nuovo “Popolo della libertà” che ha già invaso il mercato. E sulla forza trascinante del leader. La forza di un leader è di cambiare. Eccolo cambiato: combatte il comunismo, (inteso come tutti i residui partiti italiani), è campione del liberalismo (inteso come limpida affermazione di se stesso e della sua benevolenza verso i venditori fedeli). E’ in grado di attrarre e affascinare la concorrenza al punto da provocare clamorosi e aperti tradimenti anche vistosi, nelle fila avversarie.

Come si è detto, la formula del nuovo prodotto, che si preannuncia prodigioso, resta segreta ma qualcosa traspare, forse per astuto calcolo del capo azienda.

Primo, l’azienda ci è stata annunciata e proposta come un’Opa di Forza Italia sui post fascisti di An. I post fascisti di An lavorano giorno e notte sia per il vecchio che per il nuovo prodotto ma non c’erano che tracce fuggevoli dell’ex partito di Fini inglobato dall’Opa, neppure l’onore di una frase nello storico discorso.

Secondo, c’era qualcosa di davvero nuovo, almeno nella Italia del dopo Resistenza. Alla fine del breve e sentito messaggio ai suoi venditori (non ai quelli del partito aggiunto), Silvio Berlusconi, (si è visto benissimo nel TG3 di quel giorno, meno bene negli altri Tg, nessuna foto sulla “stampa indipendente”) ha sbattuto i tacchi, proprio come Tognazzi nel film “Il Federale”, e ha fatto il saluto fascista.

A qualcuno certamente il messaggio è arrivato.

Furio Colombo



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