24.11.08 – Morti sporche

MicroMega

Esattamente due anni fa, il 25 novembre del 2007, 4 operai morivano travolti dallo scoppio di un silos alla Umbria Olli di Campello sul Clitumno.

La loro fu una fine atroce, anche in quella occasione si parlò e si scrisse di morti bianche.
Samantha Di Persio, nel suo libro, ci ha invitato tutti a non usare più questa espressione, perché queste morti sono sporche, anzi sporchissime.

Sono passati due anni e il processo deve ancora iniziare. Nella Italia berlusconiana, il cosiddetto imprenditore ha addirittura tentato prima di spostare il processo e, poi, di chiedere lui i danni, 35 milioni di euro, ai familiari delle vittime.

Prima o poi qualcuno chiederà i danni direttamente ai morti.
Il giudice di Perugia ha archiviato la richiesta, ma le famiglie attendono sempre che il processo possa finalmente avere inizio, e non si rassegnano al passare del tempo.

Questo pomeriggio la carovana per il lavoro sicuro promossa da articolo 21 e dall’ex ministro Cesare Damiano sarà a Campello con il sindaco Pacifici, con i sindaci della zona, con i sindacati, con molti dei familiari, con i giornalisti che raccontarono quella giornate. Tutti insieme non solo per ricordare, ma anche per assumere l’impegno a non staccare la spina sino a quando giustizia non sarà fatta.

Lo spirito dei tempi non ci conforta. Proprio in questi giorni il governo di re Silvio “il buono” sta infatti tentando di manomettere i provvedimenti che furono assunti dal governo Prodi e di recepire tutte le richieste di Confindustria che vanno nella direzione di allentare i controlli e di ridurre le sanzioni

Marco Bazzoni, infaticabile combattente su questo fronte, ha contato oltre 40 richiesta di modifica. La tolleranza zero si applica all’ultimo degli extracomunitari, non certo a chi causa morte e invalidità attraverso il lavoro precario, il lavoro nero, il sub appalto, l’aggiramento delle norme in materia di prevenzione e di sicurezza.

In questi giorni, a reti semiunificate, stiamo assistendo ad ore e ore di programmazione dedicate a Olindo e Rosa. Lo stesso era accaduto per i delitti di Cogne e di Perugia. Due terribili delitti "privati" sono stati trasformati in un grande evento nazionale, attraverso una grande operazione politico mediatica che puntava e punta a spostare attenzione ed emozione sulla insicurezza individuale sulla malvagità in agguato dietro la porta di casa. Lo stesso trattamento non è mai stato riservato ai grandi temi della insicurezza sociale, alla morte provocata dalla assenza di cultura della legalità, della prevenzione. Chi muore sul lavoro e di lavoro non sembra suscitare analoga emozione.

Da Campello, tutti insieme, chiederemo ai grandi media nazionali di raccontare in diretta, quando ci sarà, questo processo o quello della Thissen o quello che dovrà occuparsi della strage di Casale Monferrato, dove sono morte oltre tre mila persone a causa dell’amianto,

Se e quando gli italiani potranno conoscere perchè tante donne e tanti uomini sono morti, capiranno quanto sia falso ed ipocrita, in tanti casi, parlare di tragica fatalità.

Di tragico c’è molto, di fatale assai poco.

Giuseppe Giulietti



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