25 aprile 2020: il messaggio di Erri De Luca

MicroMega

Riportiamo il messaggio che Erri De Luca ha rivolto ai lettori di MicroMega, e a tutti gli italiani, in occasione della diretta streaming del 25 aprile alla quale hanno partecipato Luciana Castellina, Gustavo Zagrebelsky, Moni Ovadia, Tomaso Montanari, Luciano Canfora, Roberto Scarpinato, Fabrizio Gifuni, Paolo Flores d’Arcais e Cinzia Sciuto.



«È un 25 aprile da stare affacciati ai balconi per condividere questo tempo di sospensione. Nonostante ciò, siamo qui per ricordare un traguardo comune, che è quello di tutto gli italiani. Ci sono delle persone che non si identificano con questa giornata, che si chiamano fuori. Bene, queste persone si chiamano fuori anche dalla Costituzione italiana, si chiamano fuori da quella costituzione scritta anche da quelli che si sono battuti contro il fascismo, che hanno partecipato alla guerra partigiana. Ebbene, queste persone non si possono considerare del tutto italiani, sono italiani in misura inferiore rispetto a chi riconosce in questa data la propria festa, la Festa della Liberazione dall’occupazione nazista e la festa della vittoria nella guerra civile tra italiani, contro i fascisti, contro gli ultimi fascisti che si battevano al fianco dei nazisti.

Recentemente un gruppo di ragazzi del sud mi ha chiesto di suggerirgli un testo adatto a questa giornata. Io ho suggerito una canzone cantata da Dario Fo che recita “La G.A.P. quand’è che arriva non manda lettere né bigliettin". Il testo ricorda un’azione partigiana del gappista Giovanni Pesce. Ricordare questo è importante, significa ricordare che si è combattuta una guerra aspra, dura, difficile, amara perché combattuta tra “italiani contro”, una guerra civile necessaria, indispensabile che alla fine ha liberato questo paese da vent’anni di dittatura e dall’occupazione nazista. Quella canzone, quella storia, è una storia che va messa in evidenza, che deve affiancare Bella Ciao.

Un messaggio, infine, a chi minaccia, a chi odia. Siete fuori. Siete dei clandestini a bordo, italiani per puro motivo anagrafico e non per motivi storici e democratici. Se rifiutate il 25 aprile rifiutate la Carta costituzionale che ci tiene insieme. Siete degli intrusi nella nostra comunità. Vi manifestate sempre in maniera vile, di nascosto, minacciando. Il vostro comportamento è facilmente identificabile perché rientra nei parametri della codardia e della vigliaccheria».
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– in edicola, libreria, ebook e iPad da giovedì 30 aprile – la terza sezione del numero è dedicata a quell’assuefazione al fascismo che ne ha moltiplicato i rigurgiti in tutto il paese senza un’adeguata reazione da parte delle istituzioni e della società nel suo complesso. Daniele Nalbone ricostruisce questo processo di sdoganamento iniziato da Berlusconi e portato a compimento da Salvini; Tomaso Montanari rileva come a questo processo abbia contribuito anche la borghesia colta italiana, tra le cui file ha dilagato, in nome della vuota retorica della “memoria condivisa”, un atteggiamento che può essere definito di "anti-antifascismo"; Cathy La Torre spiega perché gli strumenti legislativi a disposizione (Leggi Scelba e Mancino) sono inefficaci nel contrasto al fenomeno; Francesco Pallante illustra il carattere totalmente antifascista della Costituzione, molto al di là del mero divieto di ricostituzione del partito fascista; Christa Wichterich ci mostra come le cose non vadano meglio neanche a livello internazionale, grazie a un mix di antifemminismo, familismo conservatore, idee conservatrici-nazionaliste e identitarie-religiose che minaccia la democrazia liberale; Simona Argentieri, infine, ci racconta i tratti paranoidi tipici del fascista: odio per il diverso, esaltazione di sé, vigliaccheria.
(25 aprile 2020)



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