25.02.09 – Obiezione di coscienza contro la legge bavaglio
Vogliamo esprimere un pubblico ringraziamento alle associazioni dei giornalisti, dei cronisti, degli editori che hanno voluto manifestare in modo chiaro e netto la loro opposizione alla legge bavaglio sulle intercettazioni. Quella norma, liberticida e oscurantista, non è solo contro giudici e cronisti, ma in primo luogo colpirà il diritto ad essere informati dei cittadini. Si tratta di un vero e proprio assalto ai valori racchiusi nell’Art21 della Costituzione. Non sono in gioco i diritti di due professioni, e non sarebbe poco, ma si tratta di una grande questione democratica. L’obiettivo della maggioranza è quello di ridurre ulteriormente lo spazio pubblico di discussione e di informazione, requisiti indispensabili per poter scegliere liberamente e per poter votare in modo non inquinato.
L’alterazione dei controlli è una delle premesse per costruire quella repubblica presidenziale a reti unificate che da Licio Gelli in poi rappresenta una costante della destra berlusconiana.
Le norme sul diritto di cronaca, il carcere, le multe milionarie per gli editori, e soprattutto il divieto di pubblicare sino al dibattimento persino le notizie non secretate non sono principi negoziabili.
Al governo si può e si deve chiedere di stralciare queste previsioni, di ritirarle e di aprire un confronto con le associazioni del settore e con i magistrati altrimenti non resterà che contrastare la legge ovunque, in aula, nelle piazze, sui giornali, davanti alla corte costituzionale e al tribunale europeo. Tutte le strade possibili dovranno essere percorse con coraggio e con determinazione.
Per queste ragioni l’associazione Articolo 21, sul proprio sito e riprendendo anche una proposta qui avanzata da Marco Travaglio, ha deciso di lanciare una petizione per dire da subito che se e quando la legge bavaglio dovesse essere approvata (ovviamente speriamo di no) sarà doveroso utilizzare tutte le forme di lotta possibili compreso il ricorso all’obiezione di coscienza.
L’Ordine dei medici italiani ha già fatto sapere che ha chiesto ai propri associati di privilegiare il giuramento di Ippocrate rispetto alla norma che vorrebbe trasformare i sanitari italiani in delatori dei clandestini ammalati. Allo stesso modo sarà opportuno valutare, da parte delle associazioni dell’editoria e della comunicazione, la possibilità di invitare tutti i propri associati, editori, direttori, cronisti che siano a non accettare il bavaglio e a dare sempre e comunque qualsiasi notizia che abbia rilevanza sociale, come per altro prevede non solo la legge istitutiva dell’ordine dei giornalisti, ma anche l’Art21 della costituzione.
Giuseppe Giulietti
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