25.10.08 – Un giorno nel regime di Berlusconi
Erano le 13 e 30 del 20 ottobre e le agenzie avevano già battuto il sensazionale annuncio “Berlusconi: mai più in televisione. Solo insulti e sproloqui in televisione mentre il governo lavora”.
L’austero legame della “cultura del fare” si era appena inserito tra i temi di punta degli editorialisti (gli altri due: “e adesso aiuti alle famiglie” e “le classi differenziate non sono lager”) quando in televisione, su tutte le reti è apparso il miracolo, l’uomo che non andrà mai più in televisione stava parlando in diretta tv agli industriali di napoli. Questa notizia e lunghi estratti dello storico ha aperto il Tg1, aveva appena aperto il Tg5 e il Tg2. E fra poco SkyTg24 avrebbe offerto due scelte: o seguire le frasi essenziali del capo ogni mezz’ora in ogni apertura di telegiornale, oppure, come dimostrava il conduttore, premere il tasto verde del telecomando, e, approfittando finalmente del privilegio della tv interattiva, seguire l’intero discorso del premier in diretta. Oppure a scelta in differita.
In seguita sempre su Sky, la performance sarebbe stata ripetuta a beneficio di quegli italiani che, per circostanze sfortunate si fossero trovate fuori sync con il Capo.
L’invenzione è geniale. Mai andare in televisione. In televisione perfino Vespa può farti una domanda (non importa quanto cauta e benevola, pur sempre l’oltraggio di una domanda). Andare sempre in televisione, nei telegiornali e nelle tv dell’obbligo, dove vai in onda quando vuoi, come vuoi, per il tempo che vuoi e senza uno straccio di altra voce, perchè nel montaggio seguono applausi. Naturalmente esiste anche come scorta la televisione privata, ma questo è un affare di famiglia.
Furio Colombo
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