27 giugno 2008 – Pancho Pardi: Tutti i motivi per scendere in piazza l’8 luglio

MicroMega

di Pancho Pardi

Tutti in piazza l’8 luglio a Roma. Ore 18. Perché? In Parlamento corrono a passo di carica nuove leggi vergogna.
La maggioranza ha confezionato un pacchetto sicurezza per fronteggiare la sindrome della paura. La paura è prodotta dalla realtà ma è anche confezionata dai costruttori della paura. Così sembra che il massimo della paura sia prodotto da presenza e delinquenza degli immigrati clandestini. In realtà in Italia c’è anche una delinquenza italiana e c’è soprattutto una potente rete di organizzazioni di tipo mafioso. C’è poi la violenza contro le donne in proporzioni enormi dentro gli ambienti familiari. Ma il pacchetto sicurezza si occupa solo della violenza che si manifesta nelle strade, e nemmeno di tutta. La violenza domestica non viene qui considerata ed è rinviata ad altro provvedimento.
Ma non basta. La maggioranza ha approfittato del pacchetto sicurezza per sospendere i processi per reati per cui è prevista una pena inferiore ai dieci anni, che siano stati compiuti prima del 2002. Mentre per quelli con una pena superiore ai dieci anni è prevista una corsia preferenziale.
Nella prima categoria c’è anche quello in cui Berlusconi è imputato di corruzione in atti giudiziari: il processo Mills è a un passo dalla sentenza. Per impedirla si bloccano per un anno, sapendo che molti non riprenderanno o dovranno ricominciare da capo, decine di migliaia di processi per reati gravissimi le cui parti lese non avranno giustizia.
Non contenta, la maggioranza vuole introdurre un nuovo lodo che protegga da tutte le possibili evenienze giudiziarie le massime cariche dello stato. Sappiamo bene che una sola ne ha bisogno. E Berlusconi ha già detto più volte che la protezione deve garantirgli la possibilità di salire in seguito al Quirinale. Una bella pretesa: un potenziale pluriinquisito alla presidenza della repubblica.
Ma non basta ancora. La maggioranza vuole impedire ai magistrati l’uso delle intercettazioni e ai giornalisti il diritto di pubblicarle. L’ideale sarebbe il vuoto totale dell’informazione. Il silenzio assoluto.
Berlusconi ha una teoria elementare: sono stato scelto dal popolo quindi faccio ciò che mi pare. Il legame diretto tra popolo e capo, con il primo che si svuota della sua sovranità consegnandola al secondo, è il requisito essenziale per lo svuotamento della democrazia. Se tutta la libertà sta nella facoltà di scelta di un capo, la democrazia è ridotta a una parvenza. Se poi si teorizza che le assemblee elettive devono sottostare alla volontà superiore del capo perchè è stato scelto dal popolo, svanisce anche la parvenza.
Se poi il capo è anche il proprietario dei mezzi di comunicazione privati e il controllore di quelli pubblici, il gioco si chiude.
Prima che si chiuda in modo definitivo, tutti coloro che non sono d’accordo debbono ricominciare a esprimere il loro diritto costituzionale a rifiutare questa prospettiva che ha tutti i caratteri di un sistema putiniano. Fermiamolo prima che si rafforzi.
Tutti in piazza l’8 luglio a Roma.


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