27.10.08 – La sfida dell’autonomia
Da oggi su MicroMega un diario quotidiano dall’interno del movimento contro la riforma Gelmini curato da Gaia Benzi, studentessa di lettere e filosofia all’Università La Sapienza di Roma.
Oggi è stata una giornata di assemblee: in facoltà nella mattinata, per poi riunirci nel pomeriggio con tutto l’ateneo. Questione principale all’ordine del giorno, impostasi spontaneamente grazie alla vox populi – accanto all’ovvio calendario delle future mobilitazioni -, è stata la necessità di darci un’organizzazione interna, interfacoltà, e la speranza – per ora solo di alcuni – di creare, un giorno, una rete di contatti fra tutte le università italiane.
Posto che, per il paese e per gli organi istituzionali, noi siamo e dobbiamo restare un movimento irrapresentabile e irrapresentato, com’è possibile dare voce alle mille realtà che s’intersecano e s’incontrano nella protesta? Quali spazi e quali ulteriori competenze attribuire – e soprattutto, se attribuirle – alle micro-assemblee di dipartimento, che sino ad ora si sono occupate di questioni meramente pratiche – contatti con i professori, gestione delle lezioni all’aperto, piuttosto che informazione e coinvolgimento capillare degli studenti rimasti in disparte? Non sarebbe più coerente e più naturale rifuggire da questa logica stantia e settoriale per lasciar spazio al nuovo emerso in queste settimane, ovvero i gruppi di lavoro trasversali autogestiti dagli studenti?
Inoltre: qual’é il modo migliore di strutturare i contatti fra facoltà? Bisogna eleggere rappresentanti, delegati, portavoce? E se sì – cosa non chiara – come fare in modo che costoro non limitino in nessun caso il potere decisionale dell’assemblea? Si propende per una visione meramente tecnica dell’incarico, che dovrebbe essere a rotazione settimanale; ma le cose su cui discutere sono ancora tante: la questione è scottante e i dibattiti si protrarranno – credo – per il resto della settimana.
Uno dei nostri cavalli di battaglia è lo slogan: "Non ci rappresenta nessuno". L’abbiamo gridato con forza di fronte al Senato, giovedì scorso, e lo grideremo ancora domani, quando piazza Navona si riempirà nuovamente di professori e studenti di tutti gli ordini e gradi, tutti uniti nella contestazione non solo del merito delle leggi – nella fattispecie, della 137 -, ma anche del metodo con cui queste leggi sono state promulgate. La natura violenta dell’azione di governo, che l’ha fatto sentire in diritto di stravolgere il sistema dell’istruzione italiana senza nemmeno consultare il parlamento, è vissuta come un sopruso intollerabile tanto quanto la sua sordità attuale.
E’ dunque di vitale importanza trovare un sistema di deleghe – necessario in una prospettiva ad ampio raggio, sembrando il suddetto governo sperare in un progressivo logoramento spontaneo, che non avverrà e che non può avvenire – che sia estraneo alle logiche partitiche e gerarchiche tradizionali, sentite come fallimentari, e che invece rispetti e rispecchi la natura fluida, aperta del movimento – un punto di forza per noi irrinunciabile. Il discorso sul sistema di rappresentanza – e sulla sua legittimità – si lega all’idea, riaffermata con energico vigore da chiunque io senta parlare, di una progressiva riappropriazione dei nostri diritti e delle nostre competenze, che dev’essere sostenuta a partire dal progetto di auto-riforma dal basso così come lo stiamo portando avanti in questi giorni.
E’ di sicuro un tema che altri hanno affrontato prima di noi, ma la nostra giusta arroganza giovanile ci fa supporre di poter "fare di meglio", o quantomeno di poter contribuire ad un cambiamento, ad un miglioramento che si leghi alla realtà delle esigenze attuali piuttosto che a superate teorie novecentesche.
Non sarà facile, ma anche questa è una sfida che siamo lieti di accogliere.
Gaia Benzi
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.