27.10.08 – Più i sondaggi vanno giù, più mi prendo la tv

MicroMega

Per settimane e settimane i tg, pubblici e privati, ci hanno inondato di sondaggi che segnalavano la irresistibile fuga di Silvio Berlusconi. La luna di miele sembrava non finire mai. Il presidente pareva destinato a sfondare il muro del cento per cento, stabilendo un record bulgaro, per citare una nazione a lui tanto cara. Le ultime giornate, invece, sono state cariche di amarezza per il vecchio Silvio. Qualche onda anomala,una marea di persone al circo Massimo,sono bastate a invertire la tendenza, a dimostrazione che il malessere sociale e le aspettative deluse non si possono acquistare a colpi di spot, né si possono fermare minacciando il ricorso alla celere. Sulla Repubblica di oggi Ilvo Diamanti, con la consueta chiarezza, segnala la grande rilevanza che gli italiani assegnano al tema della scuola pubblica. La metà della popolazione sta con gli studenti. Questo movimento attraversa l’Italia,entra nelle famiglie,supera le tradizionali divisioni di schieramento ,si fonda su esigenze reali. Finalmente il tema della sicurezza comincia a essere declinato anche nei termini della sicurezza sociale intesa come diritto alla scuola, alla salute,ad un lavoro dignitoso. Proprio per questo Berlusconi e ii suoi hanno manifestato una rabbia così scomposta.Non hanno cercato di capire le ragioni profonde di questa ondata, ma hanno scelto la via breve e consueta dello spot: "sono facinorosi, sono estremisti, sono comunisti": questa consolidata tecnica mediatica e politica comincia,tuttavia,a mostrare le prime crepe. Noi ci riferiamo solo alle grandi manifestazioni di questi giorni, ma anche ad un sondaggio curato da Renato Mannheimer per il Corriere della Sera e che, per la prima volta, segnala un decremento del 18 per cento dei consensi al governo e a Berlusconi. Dal momento che gli stessi sondaggi venivano presi per oro colato quando segnalavano il volo di Berlusconi, sarà il caso di prenderli altrettanto seriamente in questa occasione. Comunque si giri la frittata, non vi è dubbio che lo sposo abbia cominciato a deludere la signora Italia. Solo il tempo e l’intelligenza delle opposizioni ci dirà se questa tendenza sarà confermata. Nel frattempo Berlusconi si prepara a ricostruire il polo Raiset, suo autentico punto di forza per imporre l’agenda politica e mediatica e per prolungare una luna di miele artificiale. Non a caso, in queste ore, ha già borbottato che, dopo la manifestazione del PD, sarà più difficile rispettare gli accordi in materia di vigilanza e sugli assetti futuri della Rai. In altre parole il presidente del consiglio nonché proprietario di Mediaset vorrebbe scegliere persone di sua fiducia anche nell’ambito delle opposizioni, possibilmente persone che abbiano già dato prova di girarsi altrove quando saranno compilate le nuove liste di proscrizione e quando sarà messo il silenziatore a quelle trasmissioni che, per usare la sua espressione, "generano ansia". Il controllo quasi integrale delle tv sarà il prossimo sicuro obiettivo che re Silvio detterà alle sue truppe d’assalto. Le autorità di garanzia non potranno continuare a far finta di non vedere. A questo proposito ci piacerebbe sapere quali decisioni siano state assunte in materia di pluralismo informativo dopo i clamorosi dati forniti dalla stessa autorità.
In ogni caso ci sembra quanto mai opportuna una immediata riunione di tutte le opposizioni per stabilire, anche in questa materia, una comune strategia da portare avanti e non solo nella sede della commissione di vigilanza, ma anche in tutte le possibili sedi internazionali e nazionali.
L’impegno per la salvaguardia dei valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione non prevede una divisione tra moderati e radicali, ma più semplicemente una divisione tra quanti credono ancora in una società aperta e plurale e quanti credono che una democrazia moderna non abbia bisogno di un Parlamento, ma di un consiglio di amministrazione.

Giuseppe Giulietti



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