27 luglio 2008 – Pancho Pardi: Finanziaria, il maxi decreto annichilisce il parlamento

MicroMega

di Pancho Pardi

Il decreto 112 che anticipa la manovra finanziaria si presenta come un gigantesco contenitore di elementi eterogenei.
Costituisce anomalia il fatto che si debba discutere un anticipo di manovra finanziaria sotto forma di decreto legge: le sue affermate ragioni di necessità e urgenza riducono il tempo per la discussione al di sotto dei limiti fisiologici.
E’ una seconda anomalia l’eterogeneità: il decreto dovrebbe essere per sua natura semplice e monotematico e invece è un accatastamento alla rinfusa dei temi più diversi.
Il maxi decreto è un espediente che annichilisce l’esercizio delle potestà parlamentari.
Poiché è un decreto che va convertito in legge entro 60 giorni c’è anche il rischio che nella votazione sulla conversione venga messo il voto di fiducia. Il che azzera le possibilità di emendarlo.
Insomma un progetto a scatola chiusa.

Le sue intenzioni sono chiarissime: fissare i tagli alla spesa pubblica che determineranno vari scivolamenti verso privatizzazioni di stampo putiniano.
Piccolo esempio: se le università si trasformeranno in fondazioni private, a queste saranno conferite le eventuali proprietà universitarie. La tenuta di Montepaldi (Università di Firenze) o la Certosa di Pontignano (Università di Siena) potrebbero finire nelle mani di fondazioni private in grado quindi di decidere i destini di beni in origine pubblici.
Una nuova inedita schiera di roditori privati sta affilando le zanne in attesa di rosicchiare i beni pubblici.
La settimana che viene, tra il martedì 29 e il sabato 2, è il teatro parlamentare di questa vicenda che potrà avere esiti irrimediabili.
Propongo che da tutti gli atenei chi ha a cuore la ricerca e la didattica della scuola pubblica si consulti in rete per fissare un appuntamento davanti al Senato in uno dei giorni indicati.
E’ importante la presenza dei ricercatori più stimati e famosi perché potrebbero svolgere un decisivo ruolo di persuasione sull’opinione pubblica.
Sappiamo bene che proprio i responsabili delle ricerche posso essere trattenuti dalla cautela, per timore di perdere i pochi finanziamenti ancora esistenti. Ma il momento è grave e forse non ci sarà un’altra occasione per fronteggiare l’emergenza.


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