28.02.09 – L’anatema di Poletto contro “La Stampa”

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Il virus della intolleranza sta ormai invadendo i diversi aspetti della nostra vita politica, sociale, religiosa. Lo spazio pubblico di discussione e di confronto delle opinioni tende a ridursi sempre più: le opinioni sgradite sono emarginate, quello che non piace può essere soppresso a colpi di ronde o di leggi speciali.

Gli esempi sono molteplici: dalla annunciata legge bavaglio sulle intercettazioni alla indegna campagna condotta contro la famiglia Englaro, dal pensiero unico in materia di nucleare alle minacce rivolte contro Serena Dandini per aver osato dare la parola ad Alexander Stille. In questa top ten della intolleranza, tuttavia, il posto d’onore spetta al cardinale di Torino Severino Poletto che si è scagliato contro la Stampa di Torino perché ha raccolto le opinioni di Hans Kung, uno dei teologi più rigorosi e accreditati sul piano internazionale. Con le sue parole, infatti, Kung avrebbe turbato i fedeli e avrebbe mancato di rispetto al Papa. In realtà Kung ha solo ribadito il suo pensiero raccolto in decine e decine di libri, ha esalato i valori conciliari, ha rifiutato il concetto di chiesa guerriera, si è interrogato con pietas tutta cristiana sui temi della vita e della morte. In qualsiasi altro paese civile e laico una simile intervista avrebbe al massimo suscitato una appassionata e civile discussione tra gli addetti ai lavori e tra quanti credono davvero al dialogo tra i diversi punti di vista. A nessuno, tuttavia, sarebbe mai venuto in mente di contestare la scelta del direttore e del giornale, se qualcuno avesse mai provato a farlo ci sarebbe stata una immediata e corale reazione di chi crede nella libera circolazione delle idee e magari anche nella rigorosa separazione dei ruoli tra lo stato e la chiesa.

L’anticlericalismo viscerale non ci ha mai conquistato, ma queste forme di clericalismo berlusconiano debbono essere contrastate con civile intransigenza da tutti quei cittadini, credenti e non credenti, che non vogliono subire passivamente i venti della intolleranza e dell’oscurantismo.

Giuseppe Giulietti

(28 febbraio 2009)



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