28.4.09 – L’ordine siciliano dei giornalisti contro l’informazione antimafia?
Normalmente ci mettiamo a scrivere per dare qualche notizia o per provare a proporre uno stimolo alla riflessione, questa volta, invece, ci auguriamo ardentemente di essere smentiti, anzi supplichiamo di essere smentiti con prontezza e magari anche con la giusta dose di sdegno.
Qualche tempo fa vi raccontammo la storia di Pino Maniaci il coraggioso giornalista che dai microfoni di Telejato denunciava e denuncia ogni giorno i misfatti dei mafiosi e dei loro amici.
Per questa ragioni Pino vive sotto scorta, dopo aver ricevuto avvertimenti di ogni sorta, anche sotto forma di attentati e di un pestaggio in pieno giorno consumato sotto gli occhi di decine di testimoni. Attorno a Pino, in quella occasione, si strinse una positiva solidarietà nazionale. La Federazione della stampa, l’unione cronisti, le associazioni regionali, articolo 21 e tanti altri si recarono a Partinico per abbracciare Pino, i suoi familiari, i suoi collaboratori, per non lasciarli soli, per non esporli a rischi peggiori. Davanti alle telecamere internazionali e nazionali gli furono consegnate le tessere onorarie della professione giornalistica.
Qualche settimana fa la magistratura palermitana, sulla base di una denuncia per ora senza firma, aprì un procedimento contro Pino per esercizio abusivo della professione, in quanto non aveva e non ha in tasca il tesserino professionale, anche perché, come era già noto a tutti, Maniaci aveva riportato delle lievi condanne in gioventù per reati non connessi alla professione, anche in questa ultima occasione, tuttavia, non erano mancati gli attestati stima per il coraggio civile, professionale e umano che ha sempre caratterizzato l’attività professionale di Telejato.
Per stemperare il clima e per non prestare il fianco a polemiche tese a oscurare il merito delle sue denunce, Pino aveva annunciato la sua disponibilità a richiedere formalmente il benedetto tesserino e porre fine ad una lunga telenovela.
A questo punto, stando alle indiscrezioni odierne, si sarebbe consumato un nuovo colpo di scena. L’ordine siciliano dei giornalisti, con l’astensione del presidente, avrebbe deciso di negare il riconoscimento e di costituirsi, addirittura, parte civile nel procedimento a carico di Maniaci. Ci auguriamo di essere smentiti, anche perché stiamo parlando della medesima persona verso la quale sono state espresse da tutti gli organismi professionali quintali di attestati di stima.
Comprendiamo il rispetto della lettera delle norme, ma come cancellare gli anni trascorsi, come dimenticare le battaglie civili di Pino e dei i collaboratori a cominciare da Riccardo Orioles, coraggioso e indomita giornalista anti mafia, storico collaboratore di Pippo Fava.
Come sottovalutare il rischio che questo gesto possa essere interpretato come un atto di sfiducia verso chi non ha mai piegato la testa di fronte alle prepotenze? Come dimenticare che dentro la professione restano invece giornalisti che nascondono, omettono, si prestano persino a diventare postini delle lettere spedite dal carcere dai mafiosi e che spesso trovano compiacente ospitalità sulle pagine di alcuni giornali siciliani.
Lo ripetiamo, la polemica ci interessa davvero poco, invochiamo solo una smentita o almeno l’apertura di una pubblica discussione che coinvolga tutto il mondo dell’informazione e impedisca l’isolamento di Telejato.
Per quanto ci riguarda questo blog e il sito di articolo 21 saranno sempre a disposizione di Pino, dei suoi collaboratori, con o senza il tesserino professionale.
Giuseppe Giulietti
(28 aprile 2009)
MicroMega rimane a disposizione dei titolari di copyright che non fosse riuscita a raggiungere.